«Quel video nell’asilo è devastante, mio figlio è stato lì»
Dubbi, paure e perplessità di un papà che ha lasciato il suo piccolo da settembre al marzo scorso nel nido privato di Gavirate ora chiuso e dove la direttrice è stata arrestata
Quella sberla che tuo figlio di 14 mesi dà all’amichetto e che mai in casa ha visto, nemmeno in televisione. La vivacità sfrenata, quasi isterica, tutta d’un tratto, quasi a liberarsi da qualcosa.
Poi quei primi flash: “Insegnante arrestata per maltrattamenti”. E il video, «una cosa devastante».
Con occhiali da sole e giacca, si vedeva lontano un chilometro che quel giovane uomo non aveva nulla a che fare coi carabinieri: tamburellava con una sigaretta all’ingresso della caserma di via Saffi, questa mattina, perché sapeva che alle 9 era in programma una conferenza stampa dove sarebbero stati resi noti ulteriori particolari dell’arresto di ieri a Gavirate nell’asilo dove anche suo figlio è stato iscritto dal settembre scorso a marzo.
Voleva sapere.
«Poi abbiamo scelto una nuova struttura, ma a dire il vero non perché ci eravamo trovati male. Sì, qualche problema di organizzazione, il pannolino sporco al rientro a casa…Cose del genere, niente di serio».
«Poi la giornata di ieri, una mazzata».
Una delle cose più devastanti, poco dopo, è stato vedere quelle immagini, quel video delle ciabatte lanciate in testa a una bimba, o quel piccolo preso per il collo e spostato in un impeto d’ira dall’educatrice uscita ieri mattina dall’asilo nido privato di Gavirate “Imparare è un gioco” in compagnia dei carabinieri: sono anche questi gli episodi che hanno spinto i magistrati a firmare le ordinanze.
Dubbi su quei comportamenti minimi dei bambini, perplessità, domande fatte a sè stessi sono i patemi di tanti genitori che in queste ore stanno telefonando alla caserma dei carabinieri di Besozzo che sta curando le indagini con estrema professionalità, riconosciuta apertamente dai vertici provinciali dell’Arma.
Investigazioni minuziose che hanno portato alle misure cautelari di ieri, ma che in queste ore si stanno arricchendo di ulteriori colloqui coi genitori, alcuni risalenti ad episodi dei mesi scorsi. Ma anche in un periodo più lungo. In un caso, anche episodi risalenti a due anni fa.
La presunzione di innocenza – mai va dimenticato – vale anche per queste due donne riprese dalle cimici messe dai carabinieri.
Ma certo in queste ore sono tante le mamme e i papà che si chiedono se anche i loro figli abbiano lamentato anche il sia pur minimo disagio.
Del resto gli stessi militari oggi hanno ricordato che le indagini sono ancora in corso sia per quanto riguarda la responsabilità penale – che andrà accertata con tutti gli elementi disponibili, quindi anche attraverso altre testimonianze e riscontri – , sia per l’aspetto lavorativo, per l’elevato turnover di personale presente nella struttura a vario titolo, su cui il nucleo carabinieri dell’Ispettorato del lavoro sta compiendo in queste ore ulteriori approfondimenti oltre a quelli già fatti: ammende per 23 mila euro, sanzioni amministrative per 12 mila, oltre agli oneri contributivi e previdenziali recuperati.
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