Usa, GB e Francia bombardano in Siria. Gentiloni: “Italia non ha partecipato”
Nella notte 100 missili sono stati lanciati contro tre siti di produzione e stoccaggio di armi chimiche in Siria. L'Italia non ha partecipato, neanche con il supporto logistico della basi

Alle 3 di notte -ora italiana- Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno sferrato un attacco contro alcune basi militari siriane. Si è trattato di un’operazione unica durata poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati lanciati un centinaio di missili per distruggere tre obiettivi legati alla produzione o stoccaggio di armi chimiche: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito a ovest della città di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo.
Ad annunciare l’attacco è stato il Presidente Donald Trump che in un messaggio alla nazione -mentre il bombardamento era ancora in corso- ha detto che “il nostro obiettivo è distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano” aggiungendo che “andremo avanti il tempo necessario per distruggere le loro capacità”. Contemporaneamente a Londra la premier Theresa May ha dichiarato che “non c’erano alternative all’uso della forza” per “ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso”.
Nel corso della mattinata il premier italiano, Paolo Gentiloni, ha spiegato che “l’Italia non ha partecipato” all’attacco in Siria e che specialmente per quanto riguarda “il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria”. Il Primo Ministro ha tuttavia precisato che “le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci non sono degne della nostra civiltà. Le abbiamo viste in questi giorni e non possiamo più tollerarle. Questo impegna le forze occidentali per prevenire l’utilizzo di armi chimiche. L’azione di questa notte è stata circoscritta e mirara a colpire la fabbricazione di armi chimiche. Ma non può essere l’inizio di un’escalation“.
Russia e Iran hanno condannato l’attacco. L’ambasciatore russo negli Usa ha avvertito che “le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze” e ha accusato l’Occidente di aver delineato “uno scenario precostituito”. Qualche ora dopo è arrivata la dura condanna di Vladimir Putin che ha intenzione di chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’esercito russo precisa di non essere stato preventivamente informato dell’attacco ma che nessuna delle proprie installazioni militari è stata coinvolta.
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