Al Molina confermato il commissario Carmine Pallino
L'Ats ha rinnovato l'incarico che durerà fino alla nomina di un nuovo CdA della Fondazione. Nelle ultime settimane un carteggio dei vertici sanitari con il Comune di Varese
Scadeva il 24 maggio il mandato del commissario Carmine Pallino, e proprio oggi è arrivata la conferma del suo rinnovo ai vertici del Molina. Resterà in carica fino a quando non verrà nominato un nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione.
“Come avevamo già previsto – dichiarava giorni fa Pallino stesso – siamo di fronte a una situazione delicata. Per questo avevamo chiesto di prendere delle decisioni con chi ha i poteri di governance. Quello che posso dire per ora è rinnovare la mia disponibilità a proseguire il lavoro, ma è chiaro che occorre un indirizzo preciso da parte delle autorità competenti”.
Lo scorso 26 aprile, i vertici dell’Ats Insubria avevano inviato una comunicazione al Sindaco ed al Prevosto di Varese, ai quali spetta, per Statuto, la nomina del Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
Nella nota si confermava – a prescindere dagli esiti della sentenza dell’organo di giustizia amministrativa – la volontà dell’Ats, alla luce dell’attività commissariale svolta in questi 18 mesi, di dare un governo stabile alla Fondazione grazie all’iniziativa dei soggetti competenti.
Dopo quella lettera non è successo niente anche se una risposta epistolare da parte del Sindaco c’è stata. Si ribadiva un parere critico rispetto al commissariamento e la volontà di arrivare a una governance nuova per la Fondazione.
Interpellato dal giornale, come è successo sempre dall’avvio di questa delicata querelle, Davide Galimberti non ha voluto rilasciare alcuna comunicazione, non smentendo comunque lo scambio di missive.
La decisione dell’Ats è arrivata prima della sentenza del Consiglio di Stato e subito dopo la chiusura delle indagini dell’inchiesta della Procura su Campiotti e Airoldi di Rete55. La loro posizione processuale avrà sviluppi a giorni e le loro posizioni saranno differenziate in base a quanto scoperto dalla Magistratura.
Tutta la vicenda della Fondazione Molina nasce da una situazione ingarbugliata e che parte da due operazioni finanziarie che vedono coinvolte Rete55 evolution spa e Mata Spa. Circa un mese proprio sui due prestiti obbligazionari sono state prese due decisioni che riguardano le assemblee degli obbligazionisti.
Per il prestito alla società collegata all’emittente televisiva il Molina non ha potuto esprimere un proprio rappresentante perché è stato scelto un rappresentante della Milius Srl che ha preso 460.000 euro di obbligazioni dalla Rete55 evolution spa. Mentre per Mata Spa con cui il Molina ha sottoscritto 500.000 euro si attende una decisione su chi sarà il rappresentante visto che la Fondazione comunitaria del Varesotto ha sottoscritto 1.500.000 di obbligazioni della società milanese.
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