Cassani entra nella campagna elettorale di Jerago: “Tra Marino e Aliverti, sceglierei Marino”
Sindaco della città dei due galli, ma con un passato anche jeraghese, Cassani interviene con durezza dopo le dichiarazioni sulle piscine. "Ginelli è il re dei trasformisti"
![passaggio di consegne Guenzani Andrea Cassani](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2016/06/passaggio-di-consegne-guenzani-andrea-cassani-547164.610x431.jpg)
Dopo l’intervento di Giorgio Ginelli sulle due piscine – quella di Moriggia e quella di Jerago – Andrea Cassani è un fiume in piena. Interviene non tanto da sindaco di Gallarate, ma da militante di lungo corso della Lega, che ha avuto a che fare con Jerago.
E ora entra a gamba tesa nel dibattito in vista delle elezioni jeraghesi, dove il centrodestra è diviso tra Emilio Aliverti e Salvatore Marino (senza contare una terza lista nell’area del centrodestra). «A livello personale entrambi godono della mia stima. A livello politico invece Marino è sicuramente un uomo libero e ha dimostrato di non sottostare ai diktat di Ginelli, Aliverti ahimè è troppo amministrativamente e politicamente sottomesso a Ginelli, il rischio è di avere un sindaco commissariato dal suo predecessore. Mi auguro che Aliverti non si presti ad essere un fantoccio di Ginelli».
La rivalità tra Aliverti e Marino attraversa anche la Lega, Cassani dice che il carroccio si è schierato con Marino «perché è un uomo del popolo, una persona che quando ti parla sta al tuo livello, non si sente superiore per chissà quale grazia ricevuta». «La cosa migliore sarebbe stata che le forze che raccontano di riconoscersi nel centrodestra (che ricordo è trainato dalla Lega) si fosse seduto intorno al tavolo per ragionare su ciò che non ha funzionato nei dieci anni a guida Ginelli ponendo le basi per un futuro insieme. Però non essendo nell’indole di Ginelli ammettere lacune o responsabilità a quel punto è stato impossibile intavolare qualsiasi altro discorso. Altra questione che mi pare ridicola sono le condizioni di Ginelli: di voler al massimo un leghista in lista e tra l’altro avrebbe voluto scegliere lui chi. La Lega ha una sua sezione e una sua identità e merita rispetto».
Anche sulla questione specifica delle piscine il sindaco di Gallarate non le manda a dire: «paragonare una piscina che ha nemmeno un anno di vita ad una che ha più di 45 anni è proprio una ginellata. Anche un bambino sarebbe in grado di notare le differenze strutturali. Ricordo a Ginelli che lui ha inaugurato la piscina di Jerago dopo 9 anni di mandato, io spero di inaugurare la piscina ristrutturata e riammodernata entro i primi 5 anni di mandato. Tra l’altro con risorse comunali perché qui non abbiamo la fortuna di avere qualche benefattore che dona milioni e milioni di euro». Velenoso riferimento alla Fondazione Aldo e Cele Daccò, che ha lavorato fianco a fianco con Ginelli.
«La piscina di Moriggia negli ultimi anni ha sempre perso oltre 500.000€ all’anno, un po’ perché vetusta un po’ per i costi gestionali… Tuttavia il comune di Gallarate ha sempre deciso di mantenere questo servizio, coprendo il buco. Quando tra una decina d’anni Jerago si troverà un impianto non più all’avanguardia e non avrà la forza economica a bilancio per sopperire anche solo a 100.000€ di disavanzo, cosa farà? La chiuderà? La manterrà aperta tagliando altri servizi? Certo Ginelli non ci sarà più e non sarà un suo problema però sarà un problema degli jeraghesi e degli oraghesi» continua Cassani. «Sono queste le motivazioni che mi indussero a chiedere più valutazioni in sede di approvazione del progetto della piscina. Lo vedo a Gallarate, chi c’è stato prima di me ha realizzato opere che ora abbiamo difficoltà a mantenere e ristrutturare: altri hanno tagliato i nastri e noi ora manteniamo con fatica e sudore».
Sullo sfondo ci sono appunto le ruggini di vecchia data tra Cassani e Ginelli. Che pure, all’inizio, erano nella stessa maggioranza: «È chiaro che i due anni in maggioranza sono stati molto combattuti e il fatto che lui volesse essere il padre padrone di Jerago, senza confrontarsi su nulla, ha portato la Lega ad uscire ufficialmente dopo due anni dall’amministrazione e a non sostenerlo nel 2013. Poi è stato bravo a vincere lo stesso. Negli ultimi tempi i rapporti si erano un po’ distesi, tuttavia noto che nemmeno la batosta elettorale presa da lui e dal suo ultimo partito (Noi con L’Italia, ndr) è servita a riportare sulla Terra il “re dei trasformisti”». È un tema polemico che anche altri rinfacciano a Ginelli: «Pur di fare il vicepresidente della Provincia ha stretto accordi con il PD, poi in ottica elezioni regionali è tornato verso il centrodestra abbandonando l’accozzaglia politica NCD-PD. Poi, purtroppo per lui, il suo sogno di lasciare Jerago per uno sfolgorante futuro politico lontano dal Paese si è frantumato con una sonora scoppola alle elezioni».
«Io oggi sono contento che la piscina a Jerago stia andando bene, pur essendo preoccupato per il futuro dell’impianto. Ginelli invece gode del fatto che Moriggia ora sia chiusa. Non sto nemmeno a fare il raffronto dei servizi che Gallarate offre in più rispetto a Jerago, io non mi pongo allo stesso livello. Io se incontro un cittadino mi fermo, parlo e discuto senza far pesare che io sono il sindaco, mentre lui questo non lo fa o forse lo fa solo in campagna elettorale. Lui pensa che il primo cittadino sia il primus (il più illustre) mentre per me essere sindaco equivale ad essere primus inter pares (primo fra persone con la stessa dignità). Da questo punto di vista Marino è molto più simile a me che a Ginelli».
Insomma: la scelta tra Marino e Aliverti, per il sindaco di Gallarate (e militante leghista) è netta. «Marino è una persona talvolta sanguigna ma diretta e genuina. Aliverti invece temo che sia solo una soluzione tecnica perché Ginelli non si può ricandidare avendo fatto due mandati e mette lì il suo uomo di fiducia. Una scelta diversa, tipo Gigi Lodi Pasini sarebbe stata da parte del gruppo di Ginelli più garantista e apprezzata. Al giorno d’oggi la cosa più importante per un sindaco è sapersi rapportare con la gente per capire le vere esigenze della popolazione. E Aliverti se non sbaglio lavora in Svizzera e durante la settimana difficilmente sarà in Comune o a confrontarsi con i cittadini. Non serve tagliare tanti nastri ma occuparsi con i pochi soldi che ci sono dei veri problemi della gente. Inaugurare una piscina è una bella cosa ma forse più di quella sarebbe stato utile allargare il ponte di via Milano e il passaggio pedonale fino alla stazione che era già nel programma elettorale del 2008».
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