Il sindaco contro Mattarella: “Il 2 giugno non indosserò la fascia tricolore “
Luigi Melis ha voluto esternare la sua protesta nei confronti del Capo dello Stato per essersi opposto alla nomina del professor Savona come ministro dell'Economia bloccando la nascita del governo Lega-5 Stelle
Il sindaco di Solbiate Olona Luigi Melis prende posizione nella vicenda del veto nei confronti del professor Paolo Savona al Ministero dell’Economia (e che ha portato poi alla rinuncia all’incarico di Primo Ministro del professor Giuseppe Conte) da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il primo cittadino solbiatese, pur non condividendo la scelta di alcuni suoi colleghi che hanno tolto la foto di Mattarella dagli uffici comunali, annuncia che non indosserà la fascia tricolore durante le celebrazioni della Festa della Repubblica in quanto ritiene la decisione del Capo dello Stato in aperto contrasto con la Costituzione.
Di seguito il pensiero del borgomastro in un comunicato stampa.
In questi giorni stanno accadendo nel nostro Paese cose che non possono lasciare indifferente nessuno, a maggior ragione i sindaci ovvero coloro che sono la prima costruzione/espressione di quella sovranità che la nostra Costituzione assegna al popolo all’articolo 1.
La decisione del Presidente della Repubblica Mattarella di opporsi alla nomina di un ministro propostogli dal presidente del consiglio da lui incaricato a formare un governo soltanto perché il designato aveva un’idea dell’Europa diversa dalla sua, ferisce profondamente la costituzione. Questo perché tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (Articolo 3), e tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (Articolo 21).
È pertanto evidente che il rifiuto del Presidente Mattarella di nominare un ministro proposto dal presidente del consiglio incaricato non sia stato assonante con la nostra Costituzione. A giustificazione del suo operato è stato addotto l’articolo 92 della Costituzione: «Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri». Il Capo dello Stato, infatti, nella scelta era obbligato ad interpretare la volontà popolare uscita dalle urne perché Paolo Savona era proprio espressione di una maggioranza, posto anche che il governo da quella maggioranza doveva poi essere sostenuto. D’altronde sarebbe delirante la tesi secondo la quale il presidente della Repubblica possa scegliere i membri del governo e pretendere sostenere.
Per quanto accaduto in questi giorni non assegno meriti o colpe a nessuno in particolare ritengo, tuttavia, che la Costituzione sia stata violata proprio nel suo presupposto fondante: «La sovranità appartiene al popolo». Alcuni sindaci hanno inteso riaffermare questo principio rimuovendo, per protesta, la foto del Presidente della Repubblica dal loro ufficio, in una sorta di purificante (e inutile) rito iconoclasta. Pur se non condivido la loro ideologia e non ne sposo la metodologia, mi unisco alla loro protesta, che ritengo comunque giusta, in un altro modo: il due giugno, in occasione della festa della repubblica, non indosserò la sciarpa Tricolore perché essa per me rappresenta i colori della Patria come dire che tutto ciò che siamo e che vogliamo essere in futuro è racchiuso in quel Tricolore. E ciò che noi vogliamo essere fonda sul presupposto che la sovranità appartenga al popolo e non ad altri.
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