Spaccio nelle scuole, venti minorenni nei guai
Hashish, marijuana e codeina le sostanze al centro di un’indagine partita nella primavera del 2016. Indagini anche sulla bomba carta esplosa in un centro massaggi cinese di Azzate
Scuole superiori di Varese e dell’hinterland del capoluogo, boschetti di alcuni comuni della cerchia – Gazzada Schianno, Buguggiate, Azzate – e persino nei giardini di fronte a un asilo e fuori da un oratorio: è lo spaccio di hashish, ma anche di erba e codeina – un pericoloso oppiaceo che causa dipendenza – che la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano contesta a vario titolo a venti ragazzi, tutti nati tra il 2000 e il 2001, e tutti indagati.
I giovanissimi, se rinviati a giudizio, dovranno rispondere dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Ne esce un quadro che fotografa una mole impensata di episodi contestati, acquisti e cessioni di dosi di droga dai 5 ai 20-30 euro, e altrettanto incredibile per i luoghi dello spaccio e il numero di clienti che alcuni di questi giovanissimi sono accusati di avere avuto.
Le aggravanti invocate dalla Procura riguardano non a caso i posti dove avveniva lo spaccio, spesso all’interno di istituti superiori e in altre zone sensibili perché nodi di frequentazione di altri minori.
Dieci, venti, trenta, in un caso fino a 60 episodi di spaccio che gli inquirenti contestano, e rivolti a singoli clienti di alcuni degli indagati, i quali sono accusati di aver venduto droga che a loro volta acquistavano da fornitori anche in quantità per corrispettivi fino a 2-300 euro.
Le comunicazioni fra clienti e spacciatori avvenivano attraverso alcuni gruppi whatsapp usati dai giovani.
Nel medesimo procedimento a quattro degli indagati viene contestato un grave episodio avvenuto il 14 gennaio 2017, quando una bomba carta esplose fuori da un centro massaggi cinese in via Piave al civico 30 di Azzate.
Era un sabato e una bomba carta, sembra costruita in modo artigianale, aveva causato un forte scoppio provocando l’intervento di carabinieri e di un’ambulanza accorsa per prestare soccorso alla quarantasettenne presente all’interno della struttura e portata in ospedale in codice verde: lesioni lievi, guaribili in tre giorni. Il tutto, sembra, dopo che la donna si era rifiutata di praticare un massaggio ad uno della compagnia (è stata appurata la presenza anche di una giovane minore di 14 anni, non imputabile).
Uno spaccato che, se confermato, deve portare all’apertura di profonde riflessioni sul fronte di sicurezza e prevenzione, soprattutto nei luoghi frequentati dai più giovani.
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