Traffico di droga, sigilli al centro estetico all’interno del Move In
Sequestrato il Beauty Center all'interno del Move In di Cerro. Era la base di spaccio di un 50enne avrebbe gestito le partite di droga con i cugini Barbaro e altri pregiudicati
Massimo Rosi, 50enne noto pregiudicato legnanese recentemente condannato a 5 anni e 4 mesi per estorsione, è finito di nuovo in manette insieme ad altre 22 persone nell’ambito di un’indagine dei Carabinieri di Milano su una grossa rete di spaccio di droga attiva a Milano, nell’hinterland, in Piemonte e in numerose province tra le quali anche Varese.
L’operazione, che ha permesso di sequestrare in tutto 300 kg di sostanza stupefacente, è scattata questa mattina all’alba. Tra i luoghi finiti al centro dell’indagine c’è anche un centro estetico di Cerro Maggiore, il Beauty Center che si trova all’interno del complesso che ospita il cinema multisala e numerosi altri negozi. L’attività è stata sequestrata.
Il centro estetico, intestato a Mattia Peitavino (anche lui arrestato ma ai domiciliari, ndr), era l’ufficio presso il quale Rosi si incontrava con esponenti di spicco strettamente imparentati con i clan di ‘ndrangheta Barbaro e Papalia. In particolare si tratta dei cugini Domenico e Antonio Barbaro, in contatto con esponenti di organizzazioni criminali di tipo mafioso, ed in particolare con la ‘ndrangheta.
Il summit con i cugini Barbaro
In particolare Domenico è figlio di Giuseppe, sino al mese di aprile 2016 detenuto agli arresti domiciliari presso una Casa di cura di Rimini, pluripregiudicato per vari reati, tra i quali associazione di tipo mafioso, sequestro di persona a scopo di estorsione, porto e detenzione abusiva di armi ed altro.
omenico Barbaro risulta legato da vincoli di parentela diretta alla ‘ndrina “Barbaro – Castanu”, operante in Platì, in quanto nipote di Francesco Barbaro – cl. 1927, alias “Cicciu u castanu”, ritenuto capo indiscusso dell’omonima ‘ndrina. Inoltre, è legato da vincoli di parentela acquisita alle ‘ndrine Papalia, in quanto lo zio paterno Rocco (latitante) è coniugato con Carmine Maria Papalia, nipote di Domenico Papalia e Antonio Papalia, entrambi in atto detenuti, condannati all’ergastolo; e Pelle-Gambazza tramite la zia paterna Marianna Barbaro, sposata con Giuseppe Pelle (figlio di Antonio U Gambazza).
Nel parcheggio antistante il salone di bellezza i carabinieri hanno predisposto un servizio di ripresa video, monitorando vari incontri tra Rosi e diversi soggetti che lo raggiungevano, sia clienti di sostanze stupefacenti, sia fornitori.
A portare i clienti a Rosi è Luca Sabattini che, per ricavare ulteriori profitti illeciti, agiva anche per conto di Rosi, procacciando clienti intenzionati ad acquistare sostanze stupefacenti ed organizzando incontri presso il centro estetico di Cerro Maggiore. Quando verrà fermato Sabattini non dirà nulla di Rosi a causa del timore di ritorsioni, confermando la rete di amicizie pericolose del pregiudicato legnanese.
Dalle investigazioni condotte sul conto di Rosi, dedito alla compravendita di droga e alla commissione di altri reati, per i quali è stato arrestato il 9 maggio 2016 in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare della Procura di Busto Arsizio, è stato appurato che il centro estetico di Cerro Maggiore, utilizzato anche come luogo di incontro per attività illecite, sebbene formalmente intestato al Peitavino era, in realtà, riconducibile esclusivamente a Rosi, reale proprietario e gestore dell’attività.
L’analisi di tutte le intercettazioni telefoniche ed ambientali, supportate dalle riprese video e dall’incrocio di tutti i dati acquisiti dalle Banche dati in uso alle Forze di Polizia, dimostra che aveva reinvestito parte dei suoi profitti illeciti nell’attività commerciale.
Per la riuscita di tale operazione, essendo lui pregiudicato e privo di attività lavorativa lecita ha fatto ricorso ad un’operazione di “schermatura” della reale proprietà dei beni, così da sottrarli ad eventuali misure di prevenzione patrimoniale, intestando a quest’ultimo sia l’attività commerciale che l’autovettura.
Altri arresti tra Altomilanese e Varesotto
Oltre a Rosi e Peitavino sono finiti nella rete dell’Arma anche un 37enne di San Vittore Olona, un 35enne residente a Besozzo, un 47enne di Fagnano Olona.
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