“Aggiungi un posto a tavola” merita il tutto esaurito
La commedia musicale portata al successo dal grande Johnny Dorelli verrà messa in scena il 16 giugno al teatro Openjobmetis di Varese dalla compagnia Effetti collaterali. Filippo De Sanctis, direttore del teatro, spiega l'importanza per la città di questo spettacolo
![filippo de sanctis](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2015/07/filippo-de-sanctis-469797.610x431.jpg)
«Questi ragazzi meritano il teatro pieno, il tutto esaurito». I ragazzi di cui parla Filippo De Sanctis, direttore del Teatro Openjobmetis di Varese, sono quelli della compagnia “Effetti collaterali”, che il 16 giugno porterà in scena “Aggiungi un posto a tavola” la celebre commedia musicale in due atti di Garinei e Giovannini interpretata dal grande Johnny Dorelli.
È un giudizio importante quello di De Sanctis perché è un uomo di teatro in tutti i sensi, con una grande esperienza nella programmazione delle stagioni teatrali che lo hanno portato, nel recente passato, a fare anche trasferte importanti. Non possiamo infatti non citare le sue collaborazioni con due grandi realtà del teatro milanese, il Franco Parenti e lo Smeraldo. È dunque una persona che conosce molto bene le compagnie e soprattutto la qualità delle proposte, dalla prosa al musical.
Direttore, è un’iniziativa piuttosto ambiziosa quella messa in campo da questa compagnia che tra l’altro è amatoriale?
«Quando mi hanno proposto “Aggiungi un posto a tavola” anch’io ho reagito con sorpresa, poi li ho visti al lavoro e, mi creda, sono una forza della natura. “Effetti collaterali” è una compagnia fatta di persone che sanno stare in scena, la giusta definizione sarebbe: una compagnia al limite»
E quale sarebbe il limite?
«Il limite è rappresentato da quella linea che separa il professionista dall’amatore. Loro sono lì a un passo, fanno le cose professionalmente grazie a una passione incredibile. Il teatro di Varese è stato tra i primi ad allestire “Amate” il cartellone per le compagnie amatoriali. In quattro edizioni ho visto una dedizione e un amore per il teatro che faceva superare qualsiasi ostacolo. “Effetti collaterali” è una compagnia rodata che ha già fatto grandi spettacoli. In questo caso però hanno alzato l’asticella perché l’obiettivo è importante».
L’obiettivo è la beneficenza.
«Sì, ma detta così non rende l’idea che ci sta dietro. La beneficenza è qualcosa che è presente a vario titolo nelle nostre vite, soprattutto in chi si occupa di arte e teatro. Qui in ballo c’è qualcosa di più, c’è un simbolo della città e della vita dei varesini. Io che vengo da Roma, la prima cosa che ho visto alzando lo sguardo nel centro della città è stato il campanile del Bernascone con quella sua punta un po’ orientaleggiante. Dopo essere stato un punto di riferimento per molti secoli, oggi il Bernascone se la passa male e lo spettacolo del 16 giugno prossimo serve a raccogliere fondi per il suo restauro. Questi ragazzi ci mandano un messaggio chiaro: i simboli di un’esistenza e di un territorio sono fondamentali, prendiamocene cura. Si mettono in gioco per un bene comune. È una chiamata rivolta a tutti noi».
Perché era così importante legare il Bernascone ad “Aggiungi un posto a tavola”?
«Il brano portante di questo musical fa parte della colonna sonora degli italiani ed è perfetto per questa missione: aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più. Ovvero, la condivisione è fondamentale per tutelare il bene comune, basta poco. Il Bernascone è un simbolo, è una presenza importante, che chiede a tutti noi un po’ di spazio. Ecco perché questo spettacolo va sostenuto. Con le dovute proporzioni, è come se a Roma facessero un evento per sostenere il Colosseo».
Ci vorrà ben più di un musical per il suo restauro.
«Ciò che conta non è quanto si raccoglie ma il messaggio che il 16 giugno viene mandato alla città, alle associazioni, agli imprenditori, al clero e a tutti i cittadini. Quel simbolo non è solo della curia, ma è nostro. È un riferimento importante per gli occhi e per l’anima, laicamente intesa. È un percorso che va oltre la contemporaneità perché rivolto anche ai futuri cittadini di Varese. Restituiamo il campanile alla sua città».
Ha un messaggio per gli artisti impegnati?
«Loro sono veramente bravi, specialmente quello che interpreta il ruolo di Don Silvestro, che fu di Dorelli, e molto organizzati, considerato che nello spettacolo sono impegnate circa sessanta persone. Oltre agli attori della compagnia “Effetti collaterali” c’è la Compagnia della Gru, per quanto riguarda le musiche, e il Balletto di Varese per le coreografie. La regia è di Carlo Rebelvati (pseudonimo di un professionista di origine varesina, ndr). Hanno grande coraggio ad affrontare una commedia che li mette a confronto con autentici mostri sacri del teatro italiano. Fino ad ora hanno superato brillantemente tutti gli ostacoli, come per esempio la riduzione dell’Arca per farla entrare nel teatro, visto che originariamente era stata realizzata per uno spettacolo all’aperto, ai piedi del Bernascone. Meritano tanta fiducia e la sera del 16 giugno almeno mille persone a teatro».
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