Al lago in treno? Se sei disabile devi pensarci due giorni prima
La denuncia di un giovane ripropone un problema ancora aperto. Trenord si scusa e spiega i limiti legati al tipo di treno impiegato sulla linea
Se sei disabile, la gita sul Lago Maggiore va programmata con 48 ore di anticipo. Anche se si è in zona turistica, anche se nell’area della città già sviluppata d’Italia, quella che fa capo a Milano, la metropoli internazionale.
Non è un caso straordinario, va detto. Ma è bene ricordarsi i limiti che ha oggi il trasporto ferroviario e che andrebbero superati. La denuncia viene dalla pagina Facebook “Abbatti le barriere”, che ha pubblicato un post per raccontare la disavventura di un ragazzo che voleva partire da Gallarate per raggiungere il lago, usando il treno per Luino, e che si è scontrato con i limiti “fisici” del convoglio. Alla fine il ragazzo ha preso il treno con l’aiuto delle persone presenti», dopo che era stato “respinto” dal personale. «Ho protestato e il controllore mi ha detto che avrebbe chiamato la Polfer» ci conferma il giovane disabile coinvolto.
Ma cosa è successo esattamente?
Abbiamo contattato Trenord per capire cosa sia successo e quali siano gli ostacoli: Trenord si scusa per l’episodio, su cui ha avviato verifiche specifiche. L’azienda che gestisce i treni locali riconosce “i limiti che esistono” e spiega, nel caso specifico, che il tipo di treno in servizio sulla linea “non garantisce non solo la salita in sicurezza, ma neppure la permanenza, perché le porte sono troppo strette e l’unica area accessibile ai disabili è il vestibolo, che però non è un’area dove sostano i viaggiatori”. Inoltre specifica che il personale ha vincoli nella movimentazione di passeggeri disabili in carrozzina, perché l’operazione può essere delicata per persone che soffrono di alcune patologie.
La stessa Trenord ribadisce che “si presta maggiore assistenza possibile, in base alle caratteristiche dei mezzi e delle stazioni”: per questo viene suggerito di contattare Sala Blu RFI o Trenord stessa. Il che ripropone il problema delle 48 ore, che appunto viene contestato dai disabili perché è un limite oggettivo alla libertà di movimento e di organizzare le proprie giornate, anche all’ultimo.
Va notato anche un aspetto particolare: sulla linea Gallarate-Luino la maggior parte del servizio è garantito dalle vecchie motrici ALe582 di Trenitalia, risalenti agli anni Ottanta e con alti gradini all’ingresso e dunque non accessibili. Ma alcune corse sono anche garantite con i convogli della Tilo, che invece sono più accessibili (almeno alla stazione di Gallarate, che pure ha limiti): si potrebbe partire da qui, segnalando in modo più chiaro sugli orari quali siano i treni accessibili.
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carlo_cattorini@vodafone.it
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