Il cammino parla italiano
Arrivato a metà percorso ci fermiamo in un ostello gestito da nove anni da un italiano
Nell’ostello Espirito santo a Carrion de los Condes si trova il mondo e i mondiali di calcio sono un’occasione per scoprire subito le nazionalità di alcuni pellegrini.
A metà pomeriggio due coreani esultano per un’impresa incredibile della loro squadra. Hanno battuto la Germania campione del mondo. La sera ci ritroviamo anche con loro a brindare. Gli italiani poi vivono la disfatta tedesca come momento di riscatto popolare.
Subito dopo la cena i brasiliani Rodrigo e Raissa, entrambi di Belo Horizonte si staccano dalla compagnia per guardare la partita della nazionale carioca. Anche loro torneranno sorridenti per la vittoria seppur un po’ scontata.
Il calcio irrompe sul cammino, ma nulla può rispetto al gusto di ritrovarsi in cucina a preparare per la prima volta durante tutti questi giorni una pasta italiana. Così poi la tavola si allarga e alla fine diventiamo una ventina tra connazionali, spagnole, brasiliani, svedesi, australiane, coreani, inglesi.
Si fa uno strappo ai soliti ritmi e la notte arriva alle 22 perché per molti la sveglia suonerà alle 4 del mattino. Per me e altri si mantengono le 5.30 anche se stamattina abbiamo fatto fatica a restare a letto. Troppo rumore e così alle 5.40 siamo in cammino anche noi.
Il paese dorme ancora. Un silenzio assoluto e nessuna auto. Usciamo in fretta dal centro abitato e i primi 6 chilometri corrono lungo una provinciale per poi entrare su un lunghissimo sterrato. Ci sono voluti oltre diciassette chilometri per trovare il primo piccolo villaggio.
Nel frattempo siamo protagonisti di una scenetta degna della migliore commedia.
Mi raggiunge il ragazzo svedese. Lo guardo e resto incredulo perché calza delle infradito con i calzettoni. Mi chiede dove siamo diretti e dove siano i miei amici.
“Andiamo a Terradillos de los Templarios e forse oltre”.
Vedo che ha bisogno di qualcosa e intanto raggiungiamo alcuni del nostro gruppetto. Appena vede Fabrizio riconosce le sue scarpe. Il toscano le aveva scambiate per le sue malgrado fossero di quattro taglie più grandi.
Lo svedese sorride soddisfatto ma butta nello sconforto il nostro pellegrino connazionale. Alla fine la scelta che prende è tornare indietro a riprendersi le sue scarpe che erano rimaste all’ingresso dell’ostello.
Ci ridiamo tutti su e diventerà motivo di presa in giro per tutta la giornata. Poi Fabrizio davvero intrepido ha ripreso la strada e si è fatto 16 km in più, che su una tappa di 29 non è mica poco.
Oggi altra giornata noiosa e senza particolari cose da vedere. Si decide di allungare fino a Moratinos percorrendo tre chilometri in più così da accorciare la tappa successiva e quindi diventano 29 in quella odierna e 28 nella prossima per El Burgo ranero.
L’altro motivo della scelta è quella di fermarsi in un ostello, San Bruno, gestito da un bresciano da nove anni.
“Una scelta di vita e d’amore per chi decide di fare il cammino”. Racconta Bruno sorridente. Nell’atrio della sua struttura, in mezzo a diversi gadget c’è anche la guida scritta da Pietro Scidurlo per Terre di mezzo, Il cammino per tutti.
Siamo a metà cammino e cambiano di nuovo gli scenari.
Un commento su Facebook, sotto un mio post, si interroga su quanto non sia ormai una moda fare il cammino di Santiago.
Difficile dare una risposta, perché ognuno sceglie sulla base di proprie motivazioni. Per chi percorre tutto il tracciato con lo stile pellegrino è un bell’impegno in termini di tempo, di energia fisica e psichica. Insomma si tratterebbe di una moda un po’ faticosa da vivere. Certo, il tema delle ragioni di questa scelta rimane aperto e ognuno può contribuire nello svelarne le ragioni.
Resta qualche dubbio sul perché non si valorizzi ancor di più i nostri cammini storici.
Nel pomeriggio ci arriva una tragica notizia: un drammatico incidente vede protagonista una famiglia spagnola alle porte di Leon. Un ubriaco lì ha travolti mentre in bici stavano arrivando a Leon. Per i due adulti non c’è stato niente da fare. Si resta sempre increduli di fronte a questo genere di notizie anche perché lungo la Via si incontrano tante persone che hanno caratteristiche simili.
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