Il Consiglio di Stato stoppa App18, il bonus cultura per i diciottenni
Lo scrive Il sole 24 Ore di domenica 17 giugno: il Consiglio di Stato ha bocciato la misura nella sua ultima versione e viste le perplessità espresse dal ministro della Pubblica Istruzione Alberto Bonisoli il bonus App18 rischia di sparire

Stop al bonus per i diciottenni. La misura, introdotta nel 2016, potrebbe non esserci più per i neomaggiorenni che compiranno gli anni nel 2018/2019.
Lo scrive Il sole 24 Ore di domenica 17 giugno: il Consiglio di Stato ha bocciato la misura nella sua ultima versione e viste le perplessità espresse dal ministro della Pubblica Istruzione Alberto Bonisoli il bonus App18 rischia di sparire.
La misura dava la possibilità di accedere alla app e spendere 500 euro in prodotti culturali, libri, dischi, teatro o cinema. La stima è che sarebbero 1,2 milioni i giovani che non ne potranno usufruire (592mila diciottenni nel 2018 e 581mila giovani che compiranno il 18° anno di età nel 2019).
Cosa scrive Il Sole 24 Ore
I giudici sono stati chiamati a esaminare il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente,. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi.
Le eccezioni del Consiglio di Stato
La prima versione del bonus era stata regolata dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016: qui si prevedeva l’agevolazione per chi avrebbe compiuto diciotto anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017 era stata disposta l’estensione ai diciottenni dell’anno successivo: da qui erano nato un provvedimento di modifica del decreto 187. L’ultima legge di Bilancio, invece, ha optato per una soluzione diversa. E si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l’agevolazione. Confermandola, ma in maniera solo implicita.
Per Palazzo Spada, questa soluzione non sta in piedi: i dubbi sono stati oggetto di una corrispondenza con il legislativo di Palazzo Chigi, che non ha fugato le perplessità. Resta, infatti, la «necessità di emanare una norma legittimante di rango primario da porre a base del Dpcm in esame». Quindi, l’unica strada è quella di «procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l’intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario».
In altre parole, bisognerebbe fare un passo indietro, inserire la proroga in una legge e solo a quel punto procedere attraverso un regolamento di modifica delle norme in vigore. Il governo, però, non sembra intenzionato a correre in soccorso del bonus per i diciottenni.
La polemica politica è già stata innescata da parte del Pd, il partito che a fine 2015 decise la misura economica.
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