Dai pedoni, alle bici, al treno: Varese si dà un piano per la mobilità sostenibile
Nella giunta del 12 giugno, deliberato l'avvio del processo per la realizzazione del primo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile: l'assessore Civati lo spiega
E’ partito il processo per la realizzazione del primo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Varese: a deciderlo è stata la riunione di giunta del 12 giugno 2018.
Con il piano verranno studiate le strategie e le linee guida sul futuro della mobilità varesina: «Il piano urbano della mobilità sostenibile è previsto dalla normativa europea, e poi a cascata dalla normativa italiana, per i comuni capoluogo: Varese non aveva ancora aderito – spiega l’assessore all’urbanistica Andrea Civati – Si tratta di un piano a medio/lungo termine: oggi abbiamo solo iniziato il percorso che tra qualche mese porterà la proposta in approvazione al consiglio comunale e che potremo portare avanti anche grazie al “bando periferie” ottenuto dal Governo».
L’assessore Andrea CivatiPRIMA FASE: LO STUDIO DEI MOVIMENTI IN CITTA’
Il Piano vedrà una prima fase di studio complessivo sulla mobilità varesina, analizzando anche tutti i sistemi di mobilità: dal trasporto pubblico locale alla pedonalità per poter individuare strumenti e strategie che possano migliorare la qualità della vita a Varese.
Nel Piano della mobilità sostenibile sarà compreso anche il “Biciplan“, strumento introdotto dalla nuova legge nazionale che definisce gli strumenti per il potenziamento della mobilità ciclabile e per la sicurezza di ciclisti e pedoni e che viene introdotto, tra le prime città in Italia, proprio a Varese.
«Al momento, la città di Varese è dotata di un piano urbano della mobilità: uno strumento diverso nella logica, e non solo nelle parole, rispetto al piano che stiamo varando – spiega Civati – Oggi quel piano interessa soprattutto le opere viarie, tutto quello cioè che riguarda il traffico automobilistico. Il piano mobilità sostenibile prevederà invece, per esempio, la ciclabilità: il biciplan è un piano riservato alle bici che è una vera novità. Ma una parte dello studio sarà anche dedicata al trasporto pubblico, con una analisi specifica, e c’è infine una parte a cui vogliamo dare rilevanza, quella legata alla pedonalità: qui vogliamo mettere in campo uno studio organico che studi la possibilità di allargamento delle zone pedonali o della messa in sicurezza di alcune zone».
MUST PER IL FUTURO: PREVEDERE L’USO DELLE MACCHINE ELETTRICHE
Una parte del Piano sarà dedicata allo sviluppo della mobilità elettrica: Varese infatti è tra i comuni capofila della Carta nazionale dell’Elettromobilità.
«Abbiamo voluto investire sul tema della mobilità fin da subito: dalle stazioni alla ciclabilità. Ma era importante anche declinare politiche piu nel lungo periodo, cogliendo novità di questi anni – continua Civati – Il tema della mobilità elettrica, per esempio, era un tema negletto: oggi tutte le rilevazioni ci dicono che è assolutamente attuale, e Varese non può perdersi il treno di questa innovazione, continuando a trattare la mobilità dei veicoli inquinanti. Abbiamo deciso perciò di investire in uno strumento sofisticato che ci faccia ben posizionare l’argomento».
DA LARGO FLAIANO ALLA GASPAROTTO – BORRI: SOTTO LA LENTE ANCHE LA MOBILITA’ SOVRA COMUNALE
Tra gli obiettivi del piano ci sono anche quelli di verificare tempistiche, esiti e alternative dei progetti infrastrutturali di scala sovracomunale, che di cui si parla da anni ma non sono stati ancora concretamente affrontati: dall’accesso autostradale su Largo Flaiano, alla Gasparotto – Borri e alla prosecuzione viale Europa, perchè l’amministrazione comunale possa promuovere appositi tavoli di confronto per individuare le soluzioni più idonee.
UN PIANO UTILE PER AGGIUDICARSI I BANDI
«In pochi per ora in Italia hanno adottato questo tipo di strumento: recentemente se ne sono dotati Mantova e Milano, ma sono poche altre le città che ci stanno lavorando, oltre a noi – spiega Civati – E’ per noi una scelta non solo strategica sul futuro della città, ma anche pratica, perché ci dà maggiori possibilità sulle linee di finanziamento europee: il possesso di questo documento è infatti un elemento premiante in tutti i bandi sulla mobilità».
D’altro canto Varese è già “in vista” su questi argomenti: «Sono stato chiamato a Roma al ministero dell’ambiente poco tempo fa, insieme a una ventina di amministrazioni comunali italiane o di municipalizzate – continua Civati – Perché la nostra esperienza è stata ritenuta innovativa. E in questi mesi saremo al tavolo tecnico sull’argomento».
MONITORATI I MEZZI PUBBLICI: CI SARA’ ANCHE UNO STUDIO SUGLI UTENTI DELL’ARCISATE STABIO
Uno degli obiettivi del piano è, infine, promuovere l’integrazione tra mezzi di trasporto privati e sistemi del trasporto pubblico: perciò verrà studiato il potenziamento, in accordo con la Regione e il Canton Ticino, del servizio ferroviario, alla luce del fenomeno del frontalierato e della connessione con la Svizzera e l’Europa dalla nuova linea Arcisate – Stabio sono argomenti che meritano uno studio più approfondito: «E, sì, studieremo anche l’utenza per capire di più l’utilità di questi collegamenti».
E LE OFO?
In tutto questo piano dovrebbe essere compreso, a pieno titolo, anche il cosiddetto “bike sharing a flusso libero” che a Varese si traduce in “Ofo”. Le quali, dopo un primo periodo di entusiasmo, sono prima calate di utilizzo (ma questo ci stava, era inverno..) e poi sono state preda dei “furbetti” e dei vandali. E ora, come l’azienda stessa dice, va male.
«Il problema dei vandalismi esiste e mi immagino che lo valuteranno, nelle loro scelte future. Ma non entro nel merito, perché va ricordato che questa è una iniziativa privata. Io so che questo tema c’è, perché l’abbiamo verificato con i controlli, ma non possiamo andare oltre. Il tema dell’importanza del bike sharing però resta ed è valido. Un vero piano di mobilità sostenibile si nutre di una modalità di offerte diverse: dal bike sharing di ogni tipo alla presenza di mezzi pubblici diversi. Più mezzi ci sono piu il sistema funziona: tutto è utile, niente è indispensabile. E’ chiaro però che, se questo mezzo piace, una riflessione va fatta: più che altro da chi li usa in questo modo».
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