Emergenza minori soli: la cooperativa Ballafon offre accoglienza
È stato inaugurato a Sant'Ambrogio un appartamento che accoglierà 5 minori tra gli 11 e i 18 anni non accompagnati o allontanati dalla famiglia. Sono circa 400 i minori in carico al Comune
Sono circa 400 i minori in carico ai Servizi sociali del Comune di Varese. Piccoli, senza un punto di riferimento in grado di aiutarli nella crescita. Di solito, la segnalazione dell’arrivo di un minore a cui trovare una sistemazione arriva in tempi utili: la risposta non è facile da trovare, nonostante la rete di comunità e di famiglie affidatari che collaborano con Palazzo Estense. Occorrono una ventina di telefonate e circa due settimane per dare un’accoglienza.
Ci sono, però, anche casi urgenti, situazioni di una gravità tale da dover agire con la massima tempestività. Per fortuna le emergenze non sono molte ma, quando si presentano, la macchina deve reagire con immediatezza: non si molla finché non si è trovata la sistemazione, anche temporanea.
Per questo, l’apertura del centro Sant’Agapisto di accoglienza di primo intervento, riservato a 5 ragazzi tra gli 11 e i 18 anni, è stato salutato con sincero favore dall’assessore Roberto Molinari che ha tagliato il nastro dell’appartamento rimesso a nuovo in via Virgilio, nel quartiere di Sant’Ambrogio: « Il terzo settore è essenziale per ampliare le risposte di accoglienza che la popolazione più fragile ci chiede – ha commentato Molinari – il Comune, insieme alle tante realtà che si occupano della fragilità, sia essa economico sociale o fisica o intellettiva, costruisce una rete che si amplia sempre di più per riuscire a soddisfare la grande domanda esistente sul territorio»
Ad aprire questo spazio di carattere emergenziale è la cooperativa sociale Ballafon, nata nel 2006 con la missione di mediazione e integrazione e che poi, negli ultimi 4 anni, offre accoglienza a 225 immigrati attraverso una rete di piccole sedi diffuse: « Il centro Sant’Agapito, il primo di questo tipo riservato agli adolescenti maschi – spiega il direttore generale Luca Dal Ben – risponde a una precisa volontà del nostro presidente. Quando Seydou Konate arrivò in Italia dalla Costa D’Avorio venne accolto in una famiglia che aveva 15 figli. Capì il valore dell’affetto e dell’inclusione e si è impegnato per riproporre un modello di ospitalità che puntasse sull’accettazione e l’inclusione».
Oltre all’appartamento acquistato dalla cooperativa in via Virgilio, la cooperativa a settembre aprirà anche una comunità residenziale sempre per minori di sesso maschile: 10 posti letto in via Duno per dare un seguito all’accoglienza una volta concluso il tempo dell’emergenza che è di 90 giorni.
A seguire i cinque minori arriveranno una coordinatrice e cinque educatori che seguiranno gli ospiti 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno.
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