L’economia deve essere al servizio dell’uomo

Felicità pubblica, gratuità, reciprocità e relazione sono i pilastri dell'economia civile. Martedì 19 giugno (inizio ore 21) se ne parlerà in un incontro con l'economista Luigino Bruni

Economia generiche

L’economia civile non è una nuova teoria economica ma, per usare una metafora di Renato Ruffini, professore di economia alla Liuc di Castellanza, è come un fiume carsico che riemerge dalla storia. L’economia civile infatti già alla fine del ‘700 predicava e sosteneva che i concetti di felicità pubblica, gratuità, reciprocità e relazione erano i veri pilastri dell’ordine economico. Una visione di economia un po’ più articolata rispetto a quella attuale, tutta incentrata sull’individualismo, l’egoismo e il mero scambio. 

L’economia è relazione e come tale portatrice di valori. Una visione profondamente diversa da quella attuale e che ha trovato in economisti del calibro di Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Leonardo Becchetti e Renato Ruffini, solo per citarne alcuni, autorevoli sostenitori.

Dopo il successo ottenuto dal primo corso di economia civile in provincia di Varese, promosso da Acli provinciali di Varese, Cisl dei laghi, Confcooperative Insubria, Compagnia delle Opere, Fondazione la Sorgente e Movimento dei focolari, gli stessi soggetti propongono un incontro di approfondimento e di confronto su questo tema.

L’appuntamento è per martedì 19 giugno alle ore 21 a Busto Arsizio, presso la Sala Verdi del Villaggio della carità (via Antonio Pozzi n.7), dove il professor Luigino Bruni, ordinario di Economia politica all’Università Lumsa di Roma ed editorialista di “Avvenire”,  parlerà della “Economia civile nell’Italia di oggi, promuovere un’economia al servizio della persona”. L’incontro sarà coordinato dalla professoressa Eliana Minelli, professore associato di organizzazione presso l’Università Carlo Cattaneo – Liuc.

Promotore e coordinatore scientifico della Scuola di economia civile, coordinatore del progetto economia di comunione,  Bruni è tra coloro che hanno riscoperto e rinnovato la tradizione italiana dell’economia civile. Il docente, nel libro “L’economia civile” di cui è l’autore insieme a Zamagni,  scrive: «Un bimbo che oggi nasce in Congo, o una bambina che nascerà in Europa tra vent’anni, hanno il diritto di porre domande sul nostro modello di sviluppo e sui nostri stili di vita, perché le nostre scelte di oggi stanno già modificando la loro vita, a volte in meglio ma altre in peggio. L’economia civile cerca risposte non fuori dall’economia di mercato ma all’insegna di un mercato diverso, “civile” dove le parole felicità, onore, virtù, bene comune, possono essere riscoperte proprio in chiave economica, lasciando spazio ad una prospettiva etica e non puramente individualistica».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 15 Giugno 2018
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