Mali: a Djenné sulle orme delle antiche carovane
Il viaggio in Mali di Giancarlo Samaritani si conclude in una delle città più antiche dell'Africa Occidentale, tra affollati mercati e la grande moschea
Giancarlo Samaritani ci presenta “Cuore nero”, documentario della rubrica “In viaggio col Mercante”. Un viaggio partito dall’Africa che si snoda sulle tracce delle antiche vie commerciali percorse nel passato dagli antichi mercanti. Il viaggio in Mali è arrivato all’ultima tappa, la città di Djenné.
Prossima tappa di questo straordinario viaggio che calca le piste commerciali tracciate dagli intrepidi mercanti del passato è Djenné, una delle città più antiche dell’Africa Occidentale.
La città vecchia si raggiunge attraversando il fiume Bani. Su di un rudimentale “traghetto” trasportiamo il nostro fuoristrada sulla sponda opposta, la stagione è secca quindi il livello del fiume rende agevole e veloce il passaggio. Camminando per le via di Djenné si respira un’aria antica, le case ed i portoni dei palazzi storici costruiti interamente con mattoni di fango raccontano la storia di mercanti marocchini e sudanesi stabiliti qui in passato, al contrario di Timbouctù però la città non è strettamente legata al suo passato ed è anzi assai vivace. Ma ciò che le conferisce maggior fama è un’opera strabiliante, esempio imponente di architettura Sahariana, interamente costruita con mattoni di fango: la Grande Moschea di Djenné.
Pare si tratti dell’edificio di fango più grande del mondo, costruita intorno al 1906 sui resti di un precedente e più antico edificio. Mi sono trovato a Djenné di venerdì, decido così di sfidare il sole cocente appostandomi sul terrazzo di un edificio antistante la grande moschea per filmare la folla che con indosso gli abiti della festa invade la piazza dopo la preghiera. In quel momento mi rendo conto della capienza della moschea che pare sia in grado di accogliere fino a 3000 fedeli, l’interno mi dicono essere coperto solo per metà, mentre la rimanente parte è composta da un cortile di preghiera a cielo aperto. Per me l’accesso è precluso non essendo di religione islamica.
Ogni anno dopo la stagione delle piogge si rende necessario il restauro, un’apposita commissione di anziani facenti parte della corporazione dei muratori decide la data di inizio dei lavori, normalmente nel mese di marzo, ai quali partecipa tutta la comunità, un grande rituale dove tra canti e preghiere si formano lunghe catene umane per il trasposto dei secchi contenenti il fango fino al culmine della costruzione per permettere di riparare le crepe causate dalla pioggia. Nel frattempo nella piazza si svolge un grande e coloratissimo mercato.
Uscendo dalla città diventa più facile socializzare con le persone, gli occhi dei bambini sono così intensi ed i loro sorrisi così disarmanti che vorrei avere molto più tempo da dedicare loro…
Lungo il percorso incontriamo il mercato di Messina, sul bordo del fiume si svolge questo spettacolare mercato settimanale, introdurmi tra le bancarelle a fare qualche acquisto è davvero divertente ed allo stesso tempo utile per conoscere le abitudini della società. Tanti prodotti locali si alternano ad oggetti artigianali e d’importazione. Se in passato l’egemonia europea influiva sulle scelte commerciali ora è in atto una trasformazione, la nuova silenziosa colonizzazione arriva da est e si chiama Cina.
Raggiungiamo Segou, nella regione centro meridionale del Mali, sulla riva del fiume Niger, qui la realizzazione di una estesa rete di irrigazione permette la coltivazione di riso, canna da zucchero, miglio, arachidi, manioca, fagioli e cotone. Altri 230 Km ci separano dalla capitale Bamako, lungo la strada prendo atto che la nostra avventura sta volgendo al termine, prima che me ne renda conto l’aereo si staccherà dal suolo e la gioia del ritorno a casa prenderà il sopravvento sugli altri sentimenti, ma da qui mi è davvero difficile dire addio…
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