È morto Francesco Prina, campione di ciclismo gallaratese
Aveva 99 anni, era stato due volte campione italiano di ciclocross con la Ciclistica Crennese di Gallarate e aveva corso anche in pista

È morto all’età di 99 anni Francesco Prina, corridore ciclista. Si può veramente definire un campione, perché aveva ottenuto importanti risultati nel Dopoguerra, proprio nell’età dell’oro del ciclismo in Europa e in Italia, “ai tempi di Coppi e Bartali”, come si dice.
Era stato ricoverato in ospedale a Somma Lombardo pochi giorni fa. Nato il 9 marzo 1919 a Crosio Della Valle, cresciuto a Mornago, Prina ha legato il suo nome alla Società Ciclistica Crennese, che allora era una delle più famose in Italia, in particolare nel ciclocross. «Siamo stati insieme giovedì scorso, per la cena sociale» dice Giordano Lodi, presidente onorario appunto della Crennese.
Nel 1939, a vent’anni, si era classificato secondo al campionato italiano di ciclocross, poi la sua carriera si era interrotta a causa del servizio militare, durato poi ben sei anni a causa della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1946 aveva invece ottenuto la maglia di campione italiano di ciclocross, corso tra l’altro a Castellanza. Dopo un terzo posto nel 1947, aveva vinto il secondo tricolore nel 1948 proprio a Crenna («gli avevo preparato il sottopasso della ferrovia, per agevolarlo» ricorda Lodi), per salire poi ancora sul podio un anno dopo, ancora al terzo posto. All’età di trent’anni lasciò poi man mano il posto alle nuove leve in crescita: di lì a poco Crenna di Gallarate ospitò un altro campionato italiano e poi il Mondiale nel 1954. Fu poi presidente della Crennese negli anni Sessanta.

Ha corso anche in pista negli anni Cinquanta, in particolare nella spettacolare disciplina “dietro motori”, dove raggiungeva i 90 km/h (una sua bici da “stayer” è conservata al Museo Palazzi a Gallarate). Francesco Prina è sempre stato attivissimo nel mondo del ciclismo, prodigo di racconti e aneddoti, fino agli ultimissimi anni: vent’anni fa, nel 1999, aveva vinto il tricolore “Over 80” a Turbigo. Mentre nei giorni scorsi raccontava di voler tornare al velodromo Vigorelli dopo aver compiuto cent’anni.

Sempre legatissimo ai colori bianco-neri della società, ha accompagnato la rinascita recente della Ciclistica Crennese: era presente alla mostra-rievocazione del Mondiale del 1954 e anche all’inaugurazione della nuova sede della società, che conserva – nel suo museo storico – i cimeli legati proprio alle sue vittorie.
I funerali si terranno sabato 30 giugno, alle 14.30, nella chiesa di Orago.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su Vannacci a Varese, sala gremita per il suo attacco frontale: “Von der Leyen? Sembra viva”
Castegnatese ora Insu su Raid vandalico nella tensostruttura di Castronno: rubati i palloni e divelti gli estintori
Bruno Paolillo su Varese e la crisi del commercio: interviene anche Paolo Ambrosetti tra dati allarmanti e la replica del Comune
GrandeFratello su Arrivano i treni Varese-Milano Centrale. Ma solo per due giorni
Massimo Macchi su Tarip, le prime fatture fanno discutere. Coinger: "Una rivoluzione culturale"
PaGi su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.