Nell’inchiesta di Report le contraddizioni di Airbnb
Gli aspetti sollevati fanno riferimento a tre ambiti: la trasformazione urbana che ha innescato in molti centri storici o mete turistiche; alcune ambiguità fiscali e di regolamentazione; la poca trasparenza sul tema della “sharing economy”

Quello di Airbnb nel mondo del turismo è un tema caldissimo. La nota piattaforma digitale che incrocia domande e offerta di stanze in affitto per turisti e non solo ha portato in modo dirompente la rivoluzione digitale in un settore che viveva di regole consolidate nel tempo.
Una novità di rottura che, tuttavia, non è priva di criticità, problemi e contraddizioni.
In questi giorni Varesenews si sta occupando approfonditamente del tema con una serie di lavori. Abbiamo cominciato da un’analisi approfondita dei numeri utili ad avere una panoramica completa del fenomeno in provincia di Varese dove ci sono ben 1600 stanze o appartamenti in affitto.
Nella serata di lunedì sera anche la Rai, con la trasmissione Report, si è occupata del tema con una puntata che ha fatto perno prevalentemente sulle contraddizioni di Airbnb (QUI LA PUNTATA).
Gli aspetti sollevati da Report fanno riferimento a tre ambiti: la trasformazione urbana che ha innescato in molti centri storici o mete turistiche; alcune ambiguità fiscali e di regolamentazione; la poca trasparenza sul tema della “sharing economy”.
Trasformazione urbana
Nel servizio di Report sono stati illustrati casi limite nei centri storici più famosi d’Italia dove anche gli abitanti stessi hanno scelto di non vivere nella propria abitazione per metterla in affitto sulla piattaforma. Questo con conseguenze sul popolamento dei centri storici e anche sul livello degli affitti.
Ambiguità fiscali
Report ha messo in luce anche le contraddizioni sulla fiscalità della piattaforma che di fatto affitta case in Italia ma è un intermediario estero e come tale approfitta di benefici fiscali dei paesi nei quali è distribuita la sua rete societaria.
Sharing economy
Un tema sollevato dalla trasmissione è anche il “tradimento” della piattaforma ai principi della sharing economy sui quali è nata e si dovrebbe basare. «Era nata con la fascinazione delle parole: “sharing economy”, condivisione, sostenibilità – ha detto in studio il conduttore Sigfrido Ranucci -, e in parte ancora è così, ma i grandi affari li fanno grazie anche alla mediazione delle agenzie immobiliari, che contribuiscono ad alzare i prezzi e a svuotare i nostri centri storici».
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