Palazzetto allagato, la Lega attacca la giunta comunale
La Lega varesina interviene in difesa della Pallacanestro Varese all’indomani dell’allagamento del Palazzetto di Masnago con annesse polemiche a toni forti tra amministrazione comunale e società
La Lega varesina interviene in difesa della Pallacanestro Varese all’indomani dell’allagamento del Palazzetto di Masnago con annesse polemiche a toni forti tra amministrazione comunale e società.
«La società ha lamentato l’inerzia dell’amministrazione comunale soprattutto per quanto riguarda la manutenzione del piazzale antistante la struttura, oltre che la cura dei tombini presenti», ricordano i lumbard.
«Il sindaco Galimberti è sempre in prima fila quando c’è da sfruttare la visibilità pubblica della Pallacanestro Varese, ma si defila puntualmente davanti ad ogni responsabilità – spiega il consigliere leghista Marco Pinti -. Dopo la richiesta di aiuto della società il minimo che si poteva fare era chiedere scusa per l’errore e mettersi al lavoro urgentemente affinché non accada più. Purtroppo anche l’ atteggiamento dell’assessore Dino De Simone ha rivelato tutta la miopia dell’amministrazione – attacca Pinti -. Non si può giocare allo scaricabarile delle responsabilità, temporeggiare sulla convenzione, quando in ballo c’è la tutela di uno dei simboli più riconosciuti in Italia e all’estero della nostra città».
Pinti ricorda anche come, nella votazione unanime per conferire la cittadinanza onoraria a Gianmarco Pozzecco, il consiglio comunale aveva approvato la premessa alla mozione in cui si evidenziava “la stretta identificazione e il legame speciale tra la città di Varese e la sua squadra di Pallacanestro”: «Il Comune deve cambiare radicalmente registro – prosegue Pinti -: occorre incrementare la collaborazione mettendosi a completa disposizione di una società che negli anni sta facendo l’impossibile per mantenersi ai livelli di eccellenza. L’amministrazione dovrebbe sostenere questi sforzi, invece di creare ulteriori complicazioni. Ad oggi – prosegue – per attirare pubblico in città si continuano a sprecare risorse per festival elitari ed iniziative estemporanee, senza la minima capacità di valorizzare le eccellenze sportive già esistenti che costituirebbero un elemento di vitalità se solo qualcuno si prendesse la briga di ascoltarle. De Simone non si nasconda dietro ai cavilli e si metta al lavoro al più presto – conclude Pinti – oppure cambi il nome alle sue deleghe e ammetta di essere solo l’assessore al tempo libero. Il suo».
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