Sanità nazionale e regionale: mancano prospettive serie, non si raccontino bufale alla gente
Intervento di Carlo Ballerio, già Direttore Amministrativo dell'Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese
Intervento di Carlo Ballerio, già Direttore Amministrativo dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese
Sanità nazionale e regionale: mancano prospettive serie, non si raccontino bufale alla gente.
La “crisi di sistema” della sanità, a livello nazionale e regionale, è sotto gli occhi di tutti e in molti ne parlano, a proposito o a sproposito, ma nessuno indica una via d’uscita. Il problema più grosso e urgente è quello della carenza di risorse umane, non quello delle strutture, che oggi almeno in Lombardia, si continuano a progettare e realizzare, anche con contributi privati, senza sapere come a dar loro vita. Ma reintegrare gli organici carenti, almeno anche solo con le figure professionali che è possibile reperire, ha un costo che sembra configgere con le promesse di flat-tax, reddito di cittadinanza e riforma pensionistica.
Al momento ci si può solo augurare che non prevalga la politica dei soldi – magari pochi e maledetti, ma subito – contrapposta a quella del diritto alla salute e dell’accesso alle cure. Il neo Ministro della Salute ha, per ora, avviato solo un’indagine conoscitiva sulla libera professione intra-moenia, la sola consentita ai medici in rapporto esclusivo, che pure costituiscono l’ossatura del Servizio Sanitario Nazionale, per cercare di contenere le liste d’attesa, la cui causa principale è e resta in ogni caso, inutile nasconderlo, la carenza degli organici. Un’iniziativa di per sé sacrosanta, anche se inadeguata e insufficiente, se finalizzata a reprimere comportamenti che aggirano le norme approfittando dell’inerzia di molte strutture ospedaliere e regionali, ma che non può risultare semplicemente penalizzante per chi opera correttamente e sulle prestazioni intra-moenia paga le tasse e il balzello alla struttura di appartenenza per l’utilizzo di risorse logistiche e strumentali aziendali.
Nessun cenno finora all’apertura di negoziati con l’elefantiaco Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (il MIUR) per ampliare l’accesso alle Suole di Specialità medico-chirurgiche che è un passaggio oggi più che mai essenziale, visti anche solo i pensionamenti in atto e in arrivo. Non mancano in assoluto i medici, quanto piuttosto gli specialisti che possono lavorare negli ospedali e i numeri dei licenziati dalle Suole di Specialità sono semplicemente risibili rispetto al fabbisogno. Nell’attesa che qualcuno si decida ad impegnarsi per mettere in campo una prospettiva strategica, e non solo misure tampone, è essenziale smetterla di raccontare bufale alla gente per non alimentare il distacco dei cittadini dalle istituzioni. Alcuni esempi di casa nostra. Il primo è quello dell’Ondoli di Angera. Molti in campagna elettorale, ma poi anche o stesso Assessore Gallera, avevano assicurato la continuità, poi smentita, del punto nascita di Angera parlando per ignoranza o mentendo sapendo di mentire. I politici, come i pretendenti ad esserlo, avrebbero dovuto sapere, o almeno informarsi prima di prendere in giro la gente, che gli standard minimi dei punti nascita sono stati fissati nell’Accordo Stato – Regioni del 18/01/2011 e prevedono sì la possibilità di deroghe nel caso di un numero di parti inferiori ai 500/anno a condizione però che sussistano gli altri standard logistici, strumentali e, soprattutto, di dotazione organica specifica, condizione, almeno questa, già insoddisfatta all’epoca delle promesse di cui sopra. Il secondo caso è quello del Del Ponte, strutture nuove, ma promesse aleatorie dei finanziamenti per il personale necessario a metterle a regime. Promesse, non fatti. La Regione Lombardia ha fin qui seguito, in tema di finanziamenti per il personale, la politica dei piccoli bocconi a più Aziende, senza mai soddisfare la fame di nessun reparto/servizio. E’ la politica del tappo senza pianificazione. Mettendo insieme i pezzi, è oggettivamente difficile avere fiducia nelle istituzioni e ad Angera, per esempio, adesso non si fidano più. A questo punto pretendono certezze sulla continuità di servizi come il Pronto Soccorso, quando non sulla sopravvivenza stessa dell’Ondoli.
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