Balotta: “Priorità alla Rho-Gallarate, non alla ferrovia per il T2”

La visita in aeroporto del presidente di Regione Fontana rilancia la discussione sul progetto della nuova ferrovia a Nord di Gallarate

malpensa infrastrutture ferroviarie

«Dalla visita di Fontana emerge l’assenza di un piano aeroportuale e dei trasporti in Lombardia». Lo dice Dario Balotta, esponente di Liberi e Uguali e studioso di trasporti.

«Se Malpensa è in ripresa, grazie segmenti di mercato (low cost) che ne mortificano e limitano il ruolo di scalo intercontinentale, non si può nascondere che al contrario Orio al Serio scoppia ed è il terzo aeroporto italiano per traffici, mentre Brescia resta uno scalo fantasma inutilizzato e sull’orlo del fallimento» premette Balotta.

Al centro Balotta mette il tema dei collegamenti ferroviari, criticando il progetto della nuova linea Gallarate-T2 (rilanciato da Sea e Regione) e sostenendo invece l’altra ipotesi di accesso allo scalo, quello del “raccordo Y” tra Legnano e Busto: «La priorità per assicurare collegamenti ferroviari potenziati è il quadruplicamento della linea Milano-Gallarate per migliaia di pendolari che oggi sono costretti ad usare l’auto a causa della scarsa potenzialità e della inefficienza della attuale linea a due binari. Il collegamento con Gallarate via Busto da Malpensa c’è già, pertanto non serve quello diretto dal Terminal 2. Spendere 211 milioni per 5,6 km sarebbe un record di costi per un’opera a elevato impatto ambientale e già bocciata dall’analisi costi benefici degli esperti del Politecnico» (Meglio: vengono individuate criticità legate ai problemi della Milano-Gallarate).

«Malpensa è già collegata da 146 treni e 240 autobus al giorno con Milano: piuttosto ci sarebbe da ridurre le tariffe dei taxi (95 euro di sola andata) che costano più di un volo. Ci si aspettava l’annuncio del collegamento ferroviario via Saronno Seregno da Malpensa a Bergamo (129 km), in 90 minuti, una specie di pedemontana ferroviaria capace di utilizzare la rete esistente e collegare il secondo e il terzo scalo d’Italia. Il Master plan della grande Malpensa prevedeva di portare 140mila occupati, invece siamo solo a solo 16 mila. Di questi molti sono lavoratori precari».

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Pubblicato il 25 Luglio 2018
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