A Brenta i beigiurnà ci sono per tutta l’estate
Un bocciodromo che sembra una favola, immerso nel verde del parco pubblico, lambito dal torrente Boesio con una copertura metallica di seconda mano ma degna di una cattedrale
Il Bocciodromo a Brenta è così chiamato in modo un po’ altisonante non essendovi una struttura completa che circonda i due campi in terra, ma solo una tettoia per proteggere dalle piogge. È immerso nel verde del parco pubblico e, dopo aver percorso la passerella sul torrente Boesio, si apre allo sguardo un ambiente leggermente fiabesco che può richiamare immagini da belle epoque, da Slanchev Briag di fine secolo, solo che si lasci libero sfogo alla fantasia.
La gente seduta, allineata alla cancellata laterale, che parla sommessamente, sembra non voglia disturbare gli atleti, ma forse lo fa per non alterare l’atmosfera, con le luci che piovono dall’alto creando ombre inattese e, di spalle, al di là del ponticello, quella specie di anfiteatro nel quale ogni mercoledì domina il ballo liscio ed episodicamente trovano ospitalità le scuole di ballo e di ginnastica.
C’è la curiosità di conoscere com’è nata la società di Brenta, i BeiGiurna – tutto unito –, e intorno al tavolo prospiciente il bar il presidente della Pro Loco Giovanni Ratti e il segretario del Comitato di Varese, Fabio Zosi, che sostituisce il presidente Mauro Giudici, impegnato in gara, iniziano a narrare, con una serie di flash back degni di “L’anno scorso a Mariembad”, celebre film di Alain Resnais, uniformandosi all’atmosfera che li circonda, divenuta ancora più fatata. La voce leggermente roca, la erre arrotata, di Fabio evoca gli inizi: il Club di amici delle bocce, chiamato BeiGiurnà, ad assistere alle imprese dei giocatori della Società di allora “Il Chiosco” – sulle testate dei campi esiste ancora la scritta Bocciofila Il Chiosco – che, una volta cessata l’attività, vede confluire una parte dei suoi giocatori nel Club. Da lì l’inizio, la nascita dei BeiGiurnà: la data è anch’essa sfumata, il duemila, probabilmente, e altrettanto affascinante è la storia della copertura metallica che arriva addirittura da Concorezzo, grosso centro situato a nord-est di Monza.
Sembra, l’indicazione dubitativa è d’obbligo per l’alone di mistero percepibile intorno, che il Giancarlo Bossi di Reno, dirigente del settore giovanile da una vita, fosse andato in quel di Concorezzo per una manifestazione e avesse appreso che la bocciofila locale volesse disfarsi di una copertura installata sui loro campi: si sa come vanno codeste faccende, il Bossi ne parla a Brenta e il Ratti raduna un manipolo di volontari con i mezzi di trasporto necessari e in breve tempo smonta e rimonta la copertura, pagata fra l’altro una cifra assolutamente modesta.
Intanto la gara per la Categoria B si conclude con una sfida fratricida di BeiGiurna tra Claudio Macchi e Massimo Cerutti: prevale il primo, finalmente dopo una serie di vittorie svanite prima dell’ultimo incontro, lasciando tutti soddisfatti per il successo degli atleti di casa, mentre per la Categoria C prevale Claudio Reggiori, sempre BeiGiurnà, su Battista Baroni della Crevese.
La notte ha preso il sopravvento, all’afa pomeridiana è subentrata la consueta brezza montana che dà un gradito sollievo; qualcuno, previdente, si copre compiaciuto e tutto appare in ordine, in armonia e a Brenta, davvero, i BeiGiurnà non finiscono mai.
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