Gadda: “Di Maio antepone la sua carriera all’interesse del Paese”
La deputata varesina Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera, si è espressa duramente a proposito delle parole di Luigi Di Maio sul Ceta
«Le dichiarazioni di oggi sul Ceta dimostrano che tra qualche punto in più nei sondaggi personali e l’interesse dall’Italia, Di Maio sceglie senza problemi i primi. Al punto, come in questo caso, di danneggiare pesantemente il Paese». A dirlo è la deputata varesina Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera, a proposito delle parole di Luigi Di Maio sul Ceta.
«Il ministro – spiega Gadda – annuncia che farà di tutto per impedire la ratifica del Ceta. Dovrebbe sapere che grazie al Ceta lo scorso anno l’Italia ha esportato in Canada, paese fondamentale per l’export del Made in Italy, oltre 811 milioni di euro tra prodotti agricoli, cibi e bevande a cui si aggiungono moltissimi altri comparti chiave come quello della moda o dell’arredamento. Da ottobre 2017 a gennaio 2018, fase transitoria del trattato, gli arrivi di grano canadese sono diminuiti del 46% mentre le spedizioni tricolori agroalimentari verso il Canada sono aumentate del 9%. Le esportazioni di vino sono aumentate del 12%. Possibile che Di Maio non sappia niente di tutto questo? Oppure – cosa ancora più incredibile – vuole sacrificare questi risultati solo per cercare di rintuzzare Salvini nell’osteggiare tutto quello che viene da fuori i confini italiani? Per ostentare la forza che non ha si dice pronto a licenziare i funzionari che non gli ubbidiranno, confondendo evidentemente i ministeri con il suo movimento, dove si può espellere all’istante chi non si allinei con il capo».
«Oggi Di Maio ha dimostrato che la sua sfrenata ambizione viene prima degli interessi dei lavoratori e delle imprese italiane. Il ministro Centinaio, che è giustamente a favore di questi accordi, intervenga a tutela del Made in Italy» ha consluso l’onorevole.
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Mah, in Italia ma sopratutto in Europa si è cominciato a contrastare prima il TTIP e poi il CETA da diversi anni , ben prima che il M5S arrivasse al governo . Non è il solo ad essere contrario , lo sono una moltitudine di associazioni produttive e di tutela dei consumatori , che guardano con estrema preoccupazione l’aggressività delle multinazionali , visto quello che la globalizzazione ci ha già regalato ma che sfugge probabilmente a chi gode di lauti stipendi dovuti alla carica che copre.
Hanno anche appena proposto la chiusura dei negozi la domenica: la proposta di legge sulle aperture contingentate è stata presentata dal sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa. Contro Confimprese, a rischio 400mila posti di lavoro
Sono curioso di vedere quanto ci metteranno a fermare la pur flebile ripresa economica. Una prima botterella l’hanno già data con l’aumento dello spread, e quindi del costo del finanziamento del debito pubblico
Con questa presa di posizione la mia stima (per quanto possa valere) nei confronti dell’On. Gadda che ho apprezzato per la lotta allo spreco alimentare viene totalmente azzerata.
Tengo a precisare che non faccio parte del Movimento di Di Maio o di Salvini, ma come ha già segnalato il Sig.Mainini le loro forze politiche sono da sempre state ostili, anche e soprattutto a Bruxelles, ai trattati internazionali (TTIP e CETA) così come attualmente normati, e questo già in tempi non sospetti quando erano all’opposizione; ora mantengono semplicemente le promesse, perché dargli torto?
Nell’articolo si cerca solo di sminuire l’operato e la figura del sig. Di Maio, citando dati non del tutto veritieri e chi lo desidera li può raffrontare facendo una semplice ricerca su “Export Italy Canada” nel database di “Eurostat” e, scandendo il dato in valore per mensilità in milioni di euro, emerge un quadro “leggermente” diverso da quello menzionato dalla Sig.ra Gadda.
Leggendo i dati ufficiali in valore, l’export italiano in Canada è aumentato tra 2016 e 2018 del 7,5%, ma ciò è successo in gran parte IN ASSENZA DI CETA, visto che il trattato è entrato in vigore solo a settembre e le migliori performance sono state registrate a marzo, giugno e luglio, con flessioni rispetto ai mesi precedenti a settembre, un recupero a ottobre, e una nuova flessione a novembre e dicembre 2017.Per quanto riguarda l’anno in corso, il 2018, rispetto ai primi 5 mesi del 2017 l’aumento dell’export è dell’1,5% e segue le stagionalità e le flessioni osservate nell’anno precedente, quindi senza poter neanche attribuire al CETA alcun effetto di stabilizzazione.
Relativamente all’export di vino, considerando i primi mesi del 2018 (quelli di effettiva entrata in vigore, anche se in via provvisoria del trattato) e secondo i dati Istat, il primo trimestre si chiude con un lieve incremento dell’export italiano a valore (+0,4% a 73,3 milioni di euro) a fronte di una flessione nei volumi del 4% circa.
Potrei anche intervenire sulla diminuzione di importazione di grano al Glifosato, dovuta non certo alle politiche del Governo precedente, ma alla cresciuta consapevolezza dei consumatori grazie a campagne contro il glifosato a cura, a puro titolo esemplificativo ma non esaustivo, di Grano Salus o Slow Food.
Perché l’On. Gadda non menziona i danni causati all’export di Grana e Parmigiano?
In questa risposta ho citato le fonti da cui ho ripreso i dati, Lei Onorevole, da dove ha preso i suoi?
Perché ci segnala solo risultanze che riportano inevitabilmente a fatturati, guadagni e soldi per i grandi gruppi (nel suo caso dell’agroalimentare) dimenticando che una politica di sinistra dovrebbe invece tutelare anche le eccellenze italiane meno note e che saranno soggette all’italian sounding o le fasce più deboli come i piccoli agricoltori, produttori, artigiani, trasformatori e relative filiere che ogni giorno si spaccano la schiena e che con il trattato saranno destinate a scomparire?
Cordialità da un suo ex estimatore.
Rolando Saccucci