Neuropsichiatria infantile: apre il reparto che cura i ragazzi fragili
In autunno apre il reparto di neuropsichiatria infantile. È il quinto inLombardia nonostante la richiesta di cura da parte dei ragazzi sia in costante crescita
In arrivo due milioni di euro per assumere il personale: nove neuropsichiatri infantili e uno psicologo. Poi sarà la volta del personale: 12 infermieri e la caposala.
Dal prossimo autunno, il nuovo reparto di NPIA dell’ospedale Del Ponte con dieci posti letto più due di Day Surgery entrerà nella rete regionale che, attualmente, ha solo una sessantina di letti divisi tra gli ospedali di Monza, Pavia e Brescia. Sempre in autunno aprirà anche al San Paolo di Milano un reparto che attendeva il via libera dal 2004.
Alla fine, a Varese siamo stati fortunati: la grande paura di vedere chiuse le nuovissime camere del padiglione Michelangelo è durata solo qualche mese. Poi la situazione si è sbloccata. Mancava giusto la notizia sul personale per aprire un reparto già arredato e decorato grazie al sostegno della Fondazione Il Ponte del Sorriso.
« Il bisogno è enorme – spiega il dottor Giorgio Rossi primario della neuropsichiatria infantile al Del Ponte – i posti letto pochissimi. Così questi ragazzi vengono ricoverati in psichiatria o in pediatria. Ricoveri impropri che rendono difficile la situazione sia per il paziente sia per il personale».
I disturbi di bambini e ragazzi sono complessi: « Abbiamo a che fare con aspiranti suicida, anoressici, ansiosi e depressi. Poi ci sono gli adolescenti con gravi disturbi del comportamento, stati di agitazione, impulsi aggressivi, psicosi. Noi vediamo crescere il numero di giovani fragili perchè scontano le difficoltà di una società più complicata, con poche reti, famiglie deboli, una povertà diffusa e una scarsità di prospettive per il domani. Sono spesso narcisisti che nascondo una loro fragilità destinata comunque a esplodere spesso in modo patologico».
I pazienti in carico alla NPIA di Varese nel 2017 erano 4341, di cui 2448 nuovi. In parte sono ragazzi geneticamente più fragili, a parte le sindromi depressive e i disturbi dell’alimentazione più frequenti tra le ragazze. L’età più difficile è tra i 16 e i 17 anni: « L’ingresso nell’età dell’adolescenza – spiega il primario- comincia a evidenziare le debolezze . Ma solo con la consapevolezza del proprio stato si registrano le manifestazione emotive gravi».
Il ricovero ospedaliero serve, quindi, nella fase acuta per riacquistare un equilibrio che andrà poi rafforzato con programmi di recupero specifici che si attuano sul territorio, nei centri di riabilitazione: « La neuropsichiatria infantile che dirigo è formata dal reparto ospedaliero di prossima apertura, oltre a 14 ambulatori e 4 sedi territoriali: Velate dove c’è attività riabilitativa e poi Induno Olona, Besozzo e Arcisate».
Il bisogno di potenziare il servizio di neuropsichiatria è evidenziato dai drammatici numeri che si registrano in Lombardia: un ragazzo su 2 non riesce ad accedere alla diagnosi, 2 utenti su 3 non ricevono gli interventi terapeutici. Ogni anno cresce del 7% il numero di richieste e negli ultimi 5 anni gli utenti sono aumentati del 45%.
Il dato più delicato riguarda proprio la mancanza di offerta ospedaliera: 2 pazienti su 3 sono ricoverati in urgenza in reparti inappropriati, psichiatria o pediatra, e solo 1 ragazzo su 5 riesce ad accedere ad un reparto NPIA mentre nei pronto soccorso sono aumentati di circa un quinto i casi di adolescenti con acuzie psichiatrica e del 28 % i ricoveri di ragazzi con crisi psichiatriche.
Con una rete che non riesce a tenere il ritmo della crescente domanda di assistenza, è diminuita la percentuale di utenti che è riuscita a trovare accoglienza in reparto NPIA tra il 2011 e il 2015 (dal 40 al 34 %) e soprattutto al raddoppio della percentuale degli utenti che sono stati ricoverati in reparti psichiatrici per adulti, che da 136 sono diventati 247, di cui ben 43 sotto i 16 anni.
Ancora più critica appare la situazione per i ricoveri psichiatrici urgenti nella fascia di età 11-17 anni, che nel 2011 riuscivano ad essere accolti in un reparto NPIA nel 32% dei casi, mentre nel 2015 sono scesi al 17% al contrario di quelli accolti nei reparti psichiatrici, che nel 2011 avvenivano nel 19% dei casi e nel 2015 nel 30%.
Varese, dunque, si appresta ad aprire una delle rispste attese anche a livello regionale. Sarà uno dei cinque ospedali lombardi con il reparto di neuropsichiatria infantile chiamato a servire il territorio varesino ma anche quello comasco. Intervenire tempestivamente e con i metodi adeguati è fondamentale per evitare che questi disturbi possano degenerare in modo irreparabile.
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