Raid di writers svizzeri in città: scappano nel commissariato di polizia

Disturbati nella notte, cercano rifugio a loro insaputa nella sede della polizia di Stato: tre identificati e denunciati per procurato allarme

Avarie

Una compagnia di giovani che ridono a crepapelle, forse certi di averla fatta franca. Poi il sorriso gli muore in faccia e qualcuno lascia cadere un sacchetto, e poi la fuga verso la ferrovia, che dista pochi metri.

Le immagini delle telecamere visionate dalla polizia di stato di Luino parlano chiaro: alle 3 di notte dello scorso 25 luglio un gruppo di writers svizzeri si è infilato nel vicolo senza uscita dove hanno sede il distaccamento della polizia stradale di Luino prima, e la caserma della polizia di frontiera poi, in fondo allo spiazzo. 
Stavano scappando? Forse.

In città diverse saracinesche sono state trovate segnate da disegni e varie “tag” recenti. Gli agenti stanno cercando riscontri sul collegamento tra questi fatti e la grottesca scena dell’altra notte; e non solo a Luino, anche a Laveno Mombello vi sarebbero segni inequivocabili del passaggio della compagnia di writers.

Ma andiamo con ordine. Il gruppo era composto da otto persone, probabilmente all’opera in città, l’altra notte. Passa nei paraggi un’auto delle forze dell’ordine, o un metronotte che disturba il lavoro del gruppo: due o tre disegnano, gli altri fanno il palo e infatti danno l’allarme.

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La comitiva cerca di darsi rapidamente alla fuga fra le vie di Luino ma i fari dell’auto li illuminano e allora si buttano nella prima stradina che trovano, proprio quella vicina alle Poste, proprio quella che ha una grande insegna con scritto a caratteri cubitali: “Polizia di stato”.

Solo che a loro interessa non farsi illuminare dai fari della macchina in arrivo ed entrano nella stradina buia senza guardare e correndo. L’agente di guardia li nota e vede che uno di loro fa cadere un sacco, una sorta di borsone e pensa al peggio: esce dal posto di guardia e intima l’alt.

Cinque scappano lungo la ferrovia che passa proprio di fianco al commissariato, e gli altri tre vengono trattenuti in caserma e interrogati.

Sono giovani, risiedono a Berna, e parlano solo tedesco o francese e per la maggiore hanno dato risposte elusive o non hanno risposto proprio.

Sono stati denunciati per procurato allarme. La loro posizione è al vaglio e sono in atto indagini per risalire all’identità degli altri componenti del gruppo.

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Pubblicato il 26 Luglio 2018
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