Condizioni irreversibili per Sergio Marchionne. Nuovi vertici di FCA
L'amministratore delegato del Gruppo FCA è ricoverato in terapia intensiva in una clinica di Zurigo. Nominato nuovo ad: a dirigere l'azienda nominato Mike Manley

Sergio Marchionne è in condizioni irreversibili. Il manager ricoverato dal 27 giugno scorso all’Universitätsspital, la clinica universitaria sulla collina poco distante dal centro di Zurigo, si trova in terapia intensiva.
Non sono note le cause che hanno portato al peggioramento delle condizioni di Marchionne: secondo alcune voci non confermate si tratterebbe di una malattia oncologica. Nulla trapela di ufficiale dalla clinica che non conferma nemmeno il ricovero dell’amministratore delegato di FCA da ieri sostituito da Mike Manley, responsabile del marchio Jeep
La salute di Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo FCA, ha indotto il gruppo nato dalla fusione tra Fiat e Chrysler a cambiare improvvisamente i vertici del management.
Il ruolo di Amministratore delegato è stato affidato a Mike Manley: lo ha deciso il consiglio di amministrazione della società riunito questo pomeriggio a Torino per definire la successione di Marchionne. Manley, 54 anni, oggi guida i marchi Jeep e Ram.
LE PAROLE DI JOHN ELKANN PER MARCHIONNE, UN SALUTO QUASI DEFINITIVO
Il presidente di FCA John Elkann ha affidato a una nota le scelte causate dalle condizioni di Marchionne, che suona come un saluto definitivo:
«Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio. Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia. Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall’inizio, quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il Gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone.
Negli ultimi 14 anni, abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale.
Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile. Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano. Ci ha insegnato che l’unica domanda che vale davvero la pensa farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio, se siamo stati capaci di fare una differenza. E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante persone.
Oggi, quella differenza continua a farla la cultura che ha introdotto in tutte le aziende che ha gestito e ne è diventata parte integrante. Le transizioni che abbiamo appena annunciato, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura. Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni. Chiedo a tutti di comprendere l’attuale situazione, rispettando la privacy di Sergio e delle persone che gli sono più vicine».
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