“Troppa memoria”: il test per diventare preside non convince

Anche alcuni varesini tra gli oltre 2000 candidati iscritti all'esame per diventare dirigente scolastico. Tempi stretti e studio mnemonico tra i principali ostacoli

concorso presidi lombardia

Sono stati giorni intensi di studio.  Ritagliati tra i diversi impegni che, anche a luglio, non sono pochi.

Questa mattina, in diverse sedi del territorio lombardo, gli aspiranti presidi si sono presentati per affrontare la prova di selezione. Un questionario a crocette con 100 domande scelte tra 4000 quesiti indicati a cui rispondere in 100 minuti. Tra gli iscritti, però, moltissime le defezioni probabilmente legate al periodo.

Suddivisi in ordine alfabetico, i candidati si sono presentati sin dalle 8 di questa mattina per sbrigare le pratiche burocratiche e quindi affrontare il test che, essendo on line, ha già riconsegnato loro la votazione finale: « Ora occorrerà attendere la graduatoria nazionale per capire si si è dentro gli 8800 previsti dal concorso – spiega una candidata che si è decisa a tentare la carriera da dirigente dopo tanti anni trascorsi da vicepreside, in un istituto superiore della provincia – Sono abbastanza soddisfatta per come è andata anche se ritengo che questo sistema sia inadeguato a vagliare le capacità di un aspirante preside. Occorreva imparare le risposte a memoria, nulla di pratico, nulla legato a quella quotidianità che viviamo nelle scuole. Occorre solo tanta memoria». La docente ha deciso di accettare la sfida nonostante il periodo non sia dei migliori: « Arrivo da un anno pesante, ho fatto il commissario agli esami di maturità e seguito le prove finali dei corsi IFTS. Mi ritagliavo alcune ore la sera per studiare e poi utilizzavo il fine settimana. So che tanti hanno rinunciato visto il periodo ma per me è arrivato il tempo di tentare il salto: o ora o mai più».

Grande studio anche per un altro docente delle superiori che ha deciso di cogliere l’opportunità: « È una sfida per me stesso, ho voluto mettermi alla prova. Poi, il sistema adottato è di quelli molto duri: 100 minuti per rispondere a 100 domande. Ora sono davvero stanco anche perché il mese di luglio è stato impegnativo, con gli esami di maturità che mi hanno concesso poco tempo per studiare. Ora attendiamo i risultati e incrociamo le dita».

Le graduatorie nazionali non dovrebbero tardare molto, dato che i risultati sono già noti. Chi sarà nel gruppo degli 8800 dovrà ricominciare a studiare per affrontare la prova concorsuale vera e propria che consisterà in un test scritto con cinque domande a risposta aperta e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2), una prova orale. I promossi saranno ammessi al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo di due mesi con lezioni in aula. Superato il tirocinio, il candidato sarà sottoposto a un nuovo esame scritto e un colloquio orale. Solo alla fine di questo lungo percorso si entrerà nella graduatoria da cui attingere per coprire le molte reggenze attuali.

Quello odierno, infatti, è il primo concorso che si fa dal 2011, un concorso che in Lombardia ebbe numerosi strascichi anche giudiziari e che portò i partecipanti a dover replicare la prova scritta. Tra i tanti candidati rimasti coinvolti nel pasticcio anche l’attuale ministro Marco Bussetti

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Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Luglio 2018
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