Via l’Eternit dal Calzaturificio Borri: “Ci vorranno 9 mesi di lavoro”
E' stato approvato il progetto per la messa in sicurezza dell'area pubblica dell'ex Calzaturificio Borri, un intervento da quasi 650.000 euro
I lavori per la rotonda sono iniziati e quelli per la Coop quasi finiti, ma nel piano complessivo di intervento dell’area dell’ex Calzaturificio Borri manca ancora un elemento: il recupero dell’edificio industriale. E ora anche questo elemento del puzzle che sta ridisegnando una vasta area nel cuore della città è pronto a partire.
E’ stato infatti approvato il progetto per la messa in sicurezza, consolidamento strutturale, rimozione e smaltimento dell’amianto sui fabbricati. L’intervento andrà ad intervenire sul lato di calzaturificio di proprietà comunale -l’ultima parte che di fatto è rimasta in piedi- e verrà realizzata a spese di Coop, come previsto dall’accordo urbanistico, per un costo complessivo di poco inferiore ai 650.000 euro.
L’operazione procederà su due binari paralleli, uno che riguarda le parti libere da vincoli dalla Soprintendenza e un altro per quelle protette. Nel primo caso si procederà all’abbattimento di alcuni edifici, già oggi fagocitati dalla vegetazione, e alla pulizia del terreno mentre per la parte vincolata il discorso è un po’ più complesso e andrà ad interessare principalmente la parte interna dello stabilimento produttivo. Qui si andranno prima a rinforzare le pareti esterne e poi si entrerà all’interno per rimuovere l’amianto e smantellare tutte le coperture delle 9 campate interne. In ogni caso “le colonne in ghisa dovranno essere accantonate e conservate in vista di una successiva ricostruzione del volume”, dice la Soprintendenza e non è più previsto l’abbattimento della vecchia portineria.
Per completare tutti questi interventi saranno necessari 9 mesi di lavoro durante i quali si spera si individui anche una destinazione definitiva per l’immobile. L’intervento che sarà portato avanti riguarda infatti la semplice messa in sicurezza e pulizia del Calzaturificio, ma non va a concretizzare un piano di recupero. Questione, questa, in cui non c’è alcuna certezza. Nei mesi scorsi, ad esempio, un gruppo tessile tedesco ha fatto un sopralluogo nell’area con l’idea di fare un centro di ricerca mentre per anni si è parlato di aprire una scuola. Cioè che è certo è che però dovrà mettere radici in quella sede un qualcosa che richiami almeno 1.000 persone al giorno. E’ infatti quella la quota indicata da Palazzo Gilardoni negli studi e nelle simulazioni che hanno portato alla decisione di realizzare la rotonda, mille utenti senza i quali la rotonda si sarebbe anche potuta non fare.
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