Anche l’Anci protesta: “Lo stop al piano periferie ci preoccupa”
A dirlo è il presidente di Anci Lombardia Virginio Brivio in merito al testo del Decreto Milleproroghe approvato al Senato che bloccherebbe i finanziamenti previsti per i progetti
“La sospensione delle convenzioni del Bando periferie approvata, per ora dal Senato, con il Decreto Milleproroghe non può che preoccuparci e vederci contrari, perché, oltre al blocco di importanti progetti per riqualificare i quartieri delle città italiane, compromette un principio basilare della programmazione: la continuità dell’azione amministrativa nel caso di bandi e iniziative approvate da specifici atti normativi”.
A dirlo è il presidente di Anci Lombardia Virginio Brivio in merito al testo del Decreto Milleproroghe approvato al Senato che bloccherebbe i finanziamenti previsti per i progetti del Bando Periferie.
“Considerando che molte delle misure legate al Bando sono state deliberate e avviate dai Comuni – prosegue Brivio -, è incomprensibile come possano essere improvvisamente fermate, ed è pertanto necessario che si permetta agli Enti di procedere con le attività pianificate. Non è possibile pensare allo sviluppo del Paese se non si può contare sulla certezza delle regole e sulla garanzia della continuità dei progetti avviati. Inoltre a nulla vale che con tale misura si alimentino ulteriori spazi finanziari per i Comuni, perché non si tratta di risorse nuove essendo sottratte da programmi già avviati”.
Brivio ha precisato che “da una prima lettura del Decreto Milleproroghe emerge che le principali criticità della ‘sospensione’ delle convenzioni investirebbero, in particolar modo, i 96 Comuni rientranti nel ‘secondo blocco’ dei 120 finanziati, che per la Lombardia sono Cremona, Milano, Monza, Pavia, Sondrio e Varese. Negare loro l’opportunità di continuare con tale iniziativa comprometterebbe il rilancio del sistema Lombardia in atto da tempo e che va consolidato”.
Concludendo, il Presidente di Anci Lombardia osserva come “il blocco delle convenzioni non solo crea un danno all’economia del Paese, dato che il finanziamento del Governo avrebbe innescato finanziamenti aggiuntivi capaci di coinvolgere aziende e lavoratori, ma ferma un percorso non legato esclusivamente alla riqualificazione urbana delle città, ma anche e soprattutto alla rigenerazione sociale dei territori. Per questi motivi, unendoci ai Sindaci di tante Città italiane, chiediamo che, in occasione della conversione definitiva del provvedimento da parte della Camera, si provveda a un radicale cambiamento del testo”.
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