È festa in Svizzera, pioggia di certificati penali
Super affluenza al casellario giudiziale presso il Tribunale: serve per lavorare oltre confine. L’anomalia del “caso Sicilia”

Serve per lavorare in Svizzera, dove i datori di lavoro lo chiedono ogni tre mesi: è il certificato generale del casellario giudiziale, che viene emesso dagli appositi uffici presso il tribunale di Varese.
Serve, da qualche anno, per ottenere il rilascio o il rinnovo di un permesso.
Quindi ogni volta che i frontalieri sono a riposo in occasione delle festività svizzere nell’ufficio al piano terreno del palazzo di piazza Cacciatori delle Alpi c’è sempre un via vai. Proprio come questa mattina.
Proprio come oggi, primo di agosto, festa nazionale per la Confederazione.
Sono quasi 200, infatti, le pratiche evase dagli uffici solo oggi; di queste 120 per “urgenza” e altre anche in versione telematica: un espediente che consente di abbreviare i temi di rilascio.
Mentre per la pratica ordinaria infatti è necessario recarsi fisicamente per tre volte agli sportelli (una per la presentazione della domanda, l’altra per apporre la marca da bollo da 23,68 euro, e la terza per il ritiro), con le pratiche telematiche i tempi si accorciano di molto.
Oltre alle 120 pratiche “urgenti” di oggi ve ne sono state 25 per carichi pendenti, 25 on line e altre 15.
Gli uffici sono stati molto rapidi ed efficienti e i tempi di attesa si sono notevolmente ridotti, con una fila che mai ha raggiunto i livelli di qualche mese fa quando gli utenti arrivavano, incolonnati, fino al metal detector dell’ingresso.
Parlando con alcuni frontalieri stamani sono emerse anche quelle che a prima vista suonano come “anomalie” del sistema svizzero: pare che in alcuni casi a frontalieri originari dalla Sicilia ma residenti da tempo nei dintorni della Città Giardino venga chiesta una doppia certificazione, rilasciata sia dal casellario giudiziale di Varese sia da quello del capoluogo sotto la cui competenza rientra il paese d’origine.
Un certificato fotocopia, insomma – essendo riferito al sistema giurisdizionale di un unico Paese, l’Italia – che sembra sia stato richiesto da alcune agenzie di lavoro ticinesi.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su La guerra in Ucraina e la sfida dell'occidente: servono disciplina, determinazione e pragmatismo
BarbaraFede su Gli studenti dell'istituto Ponti di Gallarate determinati a incontrare Max Felicitas anche fuori dalla scuola
lenny54 su Anziano picchiato a Varese al trenino dei Giardini, “questa vicenda dice più di tutti noi che degli aggressori"
MIMMO su Anziano picchiato a Varese al trenino dei Giardini, “questa vicenda dice più di tutti noi che degli aggressori"
Felice su La Lombardia non ha più la miglior sanità in Italia. "Giudizi inaccettabili" commenta il presidente Fontana
Baffetta su Anziano picchiato a Varese al trenino dei Giardini, “questa vicenda dice più di tutti noi che degli aggressori"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.