Pedemontana va finita? La domanda fa litigare il governo
Da giorni continua il botta e risposta a distanza tra Salvini e Toninelli sulle grandi opere, tra cui il completamento della Pedemontana
La Pedemontana verrà finita? È su questa domanda che da alcuni giorni il governo sta litigando. Continua infatti il botta e risposta a distanza tra Danilo Toninelli, numero uno del ministero delle infrastrutture, e Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno.
Lo scontro a distanza è iniziato quando il ministro dei Cinque Stelle ha proposto di rivedere i costi-benefici delle grandi opere, includendo in questa lista TAV, TAP, Gronda Genova e appunto Pedemontana. “Per le maggiori opere figlie l’intendimento del Governo è quello di sottoporle ad una attenta analisi costi-benefici” ha detto Toninelli, avviando quindi “una revisione complessiva, che contempli anche l’abbandono del progetto laddove sia dimostrato che il complesso dei costi è superiore a quello dei benefici”. Una posizione per la quale “c’è piena condivisione all’interno della maggioranza”, ha assicurato l’esponente pentastellato.
Ma Salvini non sembra convintissimo. Anzi, per il leader leghista i conti sono stati già fatti e l’esito è quello di portare a conclusione tutto. In un’intervista al Secolo XIX ha infatti detto che “ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici” e che “dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del terzo valico e del Tap”.
Una situazione a livello nazionale che ricalca la spaccatura a livello regionale. A giugno infatti il Consiglio Regionale ha votato una mozione sulla necessità di completare la Pedemontana che ha creato un asse bipartisan con una sola eccezione, quella del Movimento 5 Stelle appunto. In quell’occasione il consigliere 5 stelle Massimo De Rosa spiegò che “è vero che la Lombardia vive di sviluppo, infrastrutture e trasporti, ma non può morire di inquinamento: Pedemontana è stata concepita nel 1954 senza calcolare l’impatto sulla salute dei cittadini”.
Questi dubbi sul completamento dell’opera allungano il processo per rendere gratuite le tangenziali di Como e Varese. Il progetto annunciato dall’ex governatore Roberto Maroni è stato ora subordinato al finanziamento del secondo lotto di entrambe le tratte e questa impasse non aiuta
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