Il clima della classe? Dipende dallo smartphone

A #FuturaVarese, Alessandro Soriani ha presentato i risultati di una ricerca condotta tra alunni della scuola media, per capire come la comunicazione digitale influenzi i rapporti tra i compagni di scuola

smartphone

Ragazzi/cellulari: un rapporto ineludibile sin dalla prima adolescenza. Se un ragazzo su 5 ha già lo smartphone in prima media quando si arriva in terza il rapporto è di otto a dieci. E così la connessione internet: si passa da una percentuale del 50% a undici anni, fino al 90% dei quattordicenni.

Sono i dati raccolti da Alessandro Soriani, assegnista di ricerca al Dipartimento scienze dell’educazione dell’Università di Bologna, che ha analizzato come l’uso degli strumenti tecnologici condizioni il clima di classe. Uno studio inedito, che non ha molti altri termini di paragone: « In genere, la ricerca si focalizza soprattutto sull’utilizzo didattico dei device – ha spiegato il giovane ricercatore – io voluto capire come questi strumenti influenzino i rapporti tra i ragazzi e verso gli insegnanti».

Il quadro che ne è uscito è importante: la gran parte della comunicazione tra pari passa attraverso gli smartphone, soprattutto Whatsapp ma anche Snapchat o Instagram. Essere dentro ai gruppi ha un significato, come esserne esclusi: le dinamiche di classe non sono diverse dal passato tra amicizie, rancori e dispetti. La novità sta nella durata: si è sempre connessi, sempre esposti ai confronti: « Ignorare queste dinamiche può rappresentare un pericolo per i docenti – ha commentato il dottor Soriani – perché influenzano l’andamento del gruppo classe. Non  è certo facile stare al passo con lo sviluppo tecnologico così come intercettare i cambiamenti veloci che  vi accadono. Farne parte non è permesso: i ragazzi non vogliono sentirsi controllati a questa età. È certo però, che vietare l’uso dei cellulari a scuola, come è stato deciso recentemente in Francia, o chiamarsi fuori dalla gestione delle dinamiche giovanili non è opportuno, sia per i docenti sia per i genitori. Li succedono fattori dirompenti i cui effetti pratici si riversano nelle aule scolastiche».

Ancora una volta, è l’educazione, la trasmissione di valori e principi che possono fare da argine all’uso dannoso dei dispositivi: per molti giovani il dialogo aperto e schietto si può fare sia nel confronto reale sia mediato dal cellulare, ma per molti giovani il battitecco digitale può essere più duro proprio perché la distanza fisica crea una barriera.

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Pubblicato il 14 Settembre 2018
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