Compiti non fatti: meglio ammettere che giustificare
I consigli della pedagogista dell'Università Bicocca Francesca Antonacci su come comportarsi se i figli non hanno fatto i compiti delle vacanze
Domani ricomincia la scuola: come comportarsi se il figlio non ha fatto o non ha finito i compiti delle vacanze? Inutile legarlo alla scrivania a oltranza nel tentativo di recuperare il tempo perduto: non serve a nulla.
Tempo sprecato e anzi peggio, controproducente, anche quello passato a cercare una scusa per giustificare le pagine rimaste in bianco: la giustificazione risulterà comunque poco credibile, con il rischio di offendere l’intelligenza del docente che la riceve e compromettere così il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia. E allora, che si fa? Lo abbiamo chiesto a Francesca Antonacci, docente di Pedagogia generale e sociale dell’Università Bicocca di Milano.
NIENTE MARATONE DELL’ULTIMO MINUTO
Il genitore che si sente in colpa per i compiti non fatti, pur di evitare la brutta figura con gli insegnanti, potrebbe avere la tentazione di costringere il figlio a sedersi alla scrivania a oltranza per completare il non fatto. Ma è meglio desistere: “Recuperare all’ultimo momento, raffazzonando in fretta i compiti mancanti non serve a nulla – assicura la pedagogista – Se i compiti delle vacanze hanno un senso non è certo la sterile ripetizione e tanto meno la riparazione delle lacune, ma semmai stimolare bambini e ai ragazzi a riflettere, a rielaborare quanto appreso a scuola. La fretta non aiuta certo questo percorso.
MAI SOSTITUIRSI AI FIGLI
Da evitare anche la tentazione in cui incorrono i genitori più ansiosi, quelli che si siedono alla scrivania con il figlio, ed eccedono nei suggerimenti, sino a sostituirsi all’alunno nella soluzione dei problemi. “Non è compito dei genitori fare i compiti – afferma decisa la Antonacci – il compito del genitore è coltivare una relazione educativa e affettiva con il figlio”. E fare i compiti al posto suo non è educativo.
COLPEVOLE DISINTERESSE
Diametralmente opposto, ma altrettanto negativo, l’atteggiamento del genitore che si disinteressa completamente della faccenda compiti: “Alla scuola si delega il compito di istruire i figli, ma delegare non significa disinteressarsene”, ricorda la pedagogista. Il genitore deve sostenere il figlio nel suo percorso scolastico, senza sostituirsi a lui, ma aiutandolo a capire che è necessario seguire le indicazioni dei docenti. E se il docente assegna i compiti, il genitore deve condividere la scelta dell’insegnante e spingere il bambino a rispettarla.
NESSUNA GIUSTIFICAZIONE
Ci sono genitori che, per quieto vivere o per il senso di colpa di non aver seguito i figli o non essere riusciti a fargli svolgere i compiti, scrivono note fantasiose sul diario nel difficile tentativo di giustificare gli studenti inadempienti. Ma il rischio è quello di compremettere la relazione di fiducia tra scuola e famiglia, alla base del patto educativo che deve essere punto di riferimento per gli studenti di ogni età.
COERENZA
Non condivisibile anche l’atteggiamento dei genitori che ritengono giusto non fare i compiti assegnati dalla scuola, polemizzando con i docenti. “Va benissimo che i genitori dedichino il tempo delle vacanze ad altre attività da svolgere con i figli che servono a coltivare la relazione. Ma se si è scelta una scuola in cui l’insegnante ritiene opportuno assegnare i compiti, i compiti vanno svolti. “Quando il genitore non rispetta il patto educativo con la scuola è forse la situazione peggiore – afferma la antonacci – Si crea così una relazione abusante, contraddittoria, percepita chiaramente come tale dai figli che siano alla scuola materna o alle superiori. L’alleanza tra scuola e famiglia on deve mai venire meno“.
AMMETTERE LA MANCANZA
La soluzione quindi è una sola: se i compiti delle vacanze non sono stati fatti, “l’unica cosa sensata da fare è ammettere la mancanza – assicura la pedagogista – e magari mostrare buona volontà con gli insegnanti chiedendo una proroga per completare i compiti non svolti”. Assumersi le proprie responsabilità quindi davanti alla scuola, come studenti e come genitori. “Magari ci sarà un po’ da discutere con i docenti ma la relazione di fiducia tra scuola e famiglia sarà salva, rafforzando il patto educativo. Un’ottima premessa per affrontare il nuovo anno scolastico che sta per cominciare.
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