Dalle calze alle ali dell’airbus. Questo è il nuovo tessile marcato Btsr

Nata in un garage 30 anni fa, è tra le aziende leader nel settore meccanotessile. Stefano Franchi, direttore di Federmeccanica, ha visitato l'azienda di Tiziano Barea: «Narrare l'impresa italiana fa bene al Paese»

Le idee che nascono in un garage a volte fanno più strada delle automobili. Anche quella venuta in mente a Tiziano Barea, più di 30 anni fa, di strada ne ha fatta tanta. Così tanta da diventare la Btsr (best technology study & research), un marchio registrato, sinonimo della miglior tecnologia e ricerca per il settore meccanotessile, che fattura venti milioni di euro e dà lavoro a oltre cento persone. Basta entrare nell’azienda di Olgiate Olona per capire che dietro questa florida realtà industriale c’è un pensiero forte, almeno quanto la determinazione che è servita a realizzarla. (foto da destra: Tiziano Barea e Stefano Franchi direttore di Federmeccanica in visita all’azienda)

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Btsr #ImpresaDay 4 di 21

Oggi quando si parla di un settore tradizionale e maturo come il tessile, bisogna fare i conti  con i cambiamenti epocali in atto. Una situazione che Barea sintetizza così: «Noi produciamo sensori e sistemi di controllo per lo scorrimento del filo che si usano sia per produrre le calze che le ali dell’airbus». Non è un caso che sia stato tra i primi imprenditori in provincia a introdurre la stampa 3d per la prototipazione, quando le stampanti erano molto più care dei diamanti. Scelta costosa, è vero, che però ha dato un vantaggio competitivo enorme alla sua creatura. «Ho sempre pensato che investire in progettazione sia la cosa più importante – spiega Barea- perché quando si diventa creativi si diventa i migliori clienti di se stessi. Oggi i costi della stampa 3D si sono ridotti moltissimo e si possono utilizzare molti materiali, nel frattempo noi abbiamo imparato molto».

Avrebbe potuto delocalizzare buona parte della produzione. Invece c’è «una fabbrica nella fabbrica» dove tutto è interconnesso. Linee di produzione della Fuji in grado di sfornare 400mila componenti all’ora, macchine ai raggiX, una sorta di tac, per controllare il prodotto finito, analisi tridimensionale delle saldature delle schede elettroniche. Alla Btsr l’intelligenza artificiale non è uno slogan ma una realtà. «Le nostre macchine imparano e ai autosettano durante i controlli – sottolinea l’imprenditore – Sono in grado di riconoscere una saldatura qualitativamente non buona attingendo da una base di dati archiviati precedentemente».

Barea ha lo sguardo sempre rivolto in avanti. «Bisogna avere il coraggio di programmare ciò che non si sa» sussurra mentre attraversa il magazzino fornitori. Alla Btsr sono così bravi a programmarlo da non avere quasi mai giacenze. Per questo imprenditore nato in un garage «Il futuro ha un cuore antico» (è il titolo di un libro di Carlo Levi), così antico da ridare vita a un casale del 1500 sulle colline dell’Astigiano dove produce dell’ottima barbera e accoglie turisti in cerca della migliore tradizione enogastronomica italiana.

Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica, che di aziende metalmeccaniche ne vede tante girando per l’Italia, sembra affascinato dal racconto di Barea. «Credo che narrare l’impresa italiana – conclude Franchi – faccia bene al Paese. In questa azienda come in molte altre non emerge un solo valore ma tanti valori, primi fra tutti la persona e l’ambiente. Gli imprenditori sono uomini, e come tali sono fatti di carne, di sangue, di sogni e aspirazioni. Bisogna conoscerli di più».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Settembre 2018
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