Le imprese sanno dove andare, la politica no
Debutto a Villa Erba del World manufacturing forum. Marco Bonometti (Confindustria Lombardia): «L’impresa crea benessere e prosperità nella società»

C’è un messaggio molto chiaro che arriva dalla prima giornata del World manufacturing forum (WMF) di Cernobbio: le imprese e gli imprenditori, a differenza della politica, sanno bene che direzione prendere. Nella sua introduzione Marco Taisch, direttore scientifico del WMF, ha elencato le sei declinazioni future della manifattura (cognitiva, iperpersonalizzata, resiliente ai rischi globali, circolare, inclusiva e rapida nel rispondere alle condizioni di mercato) mentre i tanti ospiti, che si sono alternati sul palco di Villa Erba, hanno discusso delle azioni necessarie per realizzarle. Nomi importanti di politici, imprenditori e manager, tra cui il sottosegretario dello Sviluppo economico Michele Geraci, Signe Ratso della Commissione europea, l’imprenditore Marco Lavazza, Ralf Wagner della Siemens, Jorge Ramos della Embraer, Diego Andreis presidente di Ceemet e Kathleen Mitford vice presidente di Pct.
Quando si parla di innovazione, c’è un disallineamento culturale evidente tra politici e imprenditori. E non è solo una questione legata alla diversa velocità con cui sono abituati a prendere le decisioni. Per bilanciare una sana competizione tra le imprese del manifatturiero con una necessaria cooperazione globale, occorre una valutazione corretta delle priorità. Non basta avere una qualche tecnologia in azienda, ma bisogna avere quella giusta per i propri obiettivi. Solo politiche internazionali trasparenti e una facilitazione nei processi di finanziamento dell’innovazione possono aiutare le imprese a continuare a creare valore aggiunto anche in una fase delicata di cambiamento, come quella che stiamo attraversando. Infine, per aiutare i giovani a superare le paure e avvicinarli alla manifattura, bisogna fare una nuova narrazione e creare soprattutto un mercato delle competenze con il finanziamento di progetti che ne stimolino l’aggiornamento continuo. E per farlo servono fondi pubblici mirati.
Alberto Ribolla, presidente della World manufacturing foundation – fondata da Confindustria Lombardia, Intelligent Manufacturing System e Politecnico di Milano -, può ritenersi soddisfatto della prima giornata del WMF. E con lui anche il presidente regionale di Confindustria, Marco Bonometti, e le undici territoriali lombarde tra cui Univa, i cui vertici erano presenti al completo a Villa Erba. «Abbiamo puntato sul World manufacturing forum – ha detto Bonometti – per valorizzare il manifatturiero lombardo e italiano in un contesto globale, con alla base di tutto un obiettivo culturale: evidenziare il ruolo fondamentale giocato dall’impresa nel creare benessere e prosperità all’interno della società».
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