Lega contraria al progetto stazioni, la protesta: “Il Consiglio comunale” è irregolare
Secondo i consiglieri leghisti la convocazione avvenuta in agosto no rispetta i regolamenti consigliari e gettano un'ombra sui finanziamenti bloccati dal Senato: "quei soldi potrebbero non arrivare più"

Il gruppo consigliare della Lega varesina alza il tiro dello scontro politico a pochi minuti dall’inizio del Consiglio comunale convocato per chiedere l’autorizzazione a contrarre un mutuo con la Cassa depositi e prestiti con il quale il Comune vuole garantire l’avvio dei lavori al progetto stazioni sospeso nel limbo dei finanziamenti dello Stato.
All’inizio della seduta i consiglieri leghisti faranno presente che la convocazione odierna è da considerare nulla poiché è stata fissata in una conferenza dei capigruppo che si è svolta in pieno agosto «pur in assenza di motivi veramente emergenziali e questo – spiega il consigliere Fabio Binelli – è esplicitamente vietato dai regolamenti consigliari».
La Lega solleverà dunque obiezioni sui cavilli regolamentari per affermare, tuttavia, una posizione che è prettamente politica: «la linea di questa sezione non cambia: noi siamo contrari a questo progetto sulle stazioni», spiega il commissario cittadino Andrea Gambini.
Nel farlo i consiglieri sollevano anche un’ombra inquietante che fino ad oggi nessuno aveva preso in considerazione nel dibattito politico: secondo loro i 18 milioni di euro di finanziamenti momentaneamente “congelati” fino al 2020 dalla legge Milleproroghe approvata dal Senato e in attesa del passaggio alla Camera potrebbero in realtà non arrivare mai.
«L’amministrazione Galimberti si è già impegnata a spendere 14 milioni di euro e ora vuole chiedere un prestito per i primi 5 milioni – puntualizza Binelli – ma siccome i soldi dello Stato sono stati bloccati per un vizio di incostituzionalità la verità è che potrebbero non arrivare mai e dunque si è agito imprudentemente». «A quel punto – spiega il consigliere Carlo Piatti – i lavori diventerebbero un cantiere nel deserto bloccato per anni».
In realtà tale sembra essere l’avversione della sezione varesina nei confronti di come è stato improntato l’intero progetto che i consiglieri non sembrerebbero neanche propensi a perorare la causa delle stazioni varesine: «sono talmente ossessionati dalle stazioni che hanno perso il treno della buona amministrazione – chiosa Marco Pinti -. Questo progetto è saltato perché i fondi erano incostituzionali ma non ci ha mai convinto e l’amministrazione Galimberti ora paga anche l’atteggiamento avuto: hanno messo barriere ai nostri tentativi di migliorare il progetto e su questi 18 milioni di euro hanno costruito una narrazione derisoria nei nostri confronti. Un atteggiamento diverso ci avrebbe portato ad avere un atteggiamento diverso a nostra volta. Io comunque penso che i tempi delle grandi opere siano conclusi: questo non è il tempo in cui il Comune si mette a fare le grandi opere ma la buona amministrazione».
L’unica battuta che rimanda alla politica nazionale su questa partita varesina l’ha fatta il consigliere Roberto Maroni che su dove si possano reperire i fondi bloccati nel bilancio dello stato ha detto ironicamente «forse solo cancellando l’idea di fare il reddito di cittadinanza».
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