Nonostante sfiducia e incertezza l’industria traina il Paese
La direzione della sede milanese della Banca d'Italia ha presentato alla Liuc il rapporto sull'economia lombarda. Le imprese hanno ricominciato a fare utili, ma non investono come nel 2017

Il rapporto della Banca d’Italia sull’economia lombarda è un po’ come una porta girevole: i dati ci dicono che oggi la ripresa c’è, ma le probabilità di essere nuovamente travolti, se perdiamo il ritmo, sono alte. Alla fine della presentazione del rapporto all’università Liuc di Castellanza è il direttore della sede di Milano, Giuseppe Sopranzetti, a sottolineare che, «nonostante il calo di fiducia e incertezza», l’industria italiana, in particolare le imprese medie e grandi, continua a trainare il Paese. Ciò che è difficile prevedere è fino a quando ci riuscirà.
La frenata è già iniziata, come dimostrano i dati presentati da Francesco Bripi, della divisione analisi e ricerca economica territoriale di Banca d’Italia. Nel primo semestre del 2018, l’andamento della produzione in Lombardia è ancora positivo (+2,1%) ma nettamente inferiore rispetto al 2017 (+3,7%). Rallentamento confermato anche dall’industria varesina che fa segnare un +2,3% contro il 3,9% dello scorso anno. «Secondo un’indagine del nostro ufficio studi – ha spiegato Riccardo Comerio presidente di Univa – nel 2017 il 66% delle imprese intervistate aveva fatto investimenti utilizzando i vari provvedimenti di industria 4.0. Il 58% di questi aveva dichiarato che anche nel 2018 li avrebbe confermati. Ebbene, oggi qualche dubbio inizio ad averlo e credo che questo dipenda da un quadro normativo incerto e dalla mancanza di fiducia». E il grafico presentato dai tecnici della Banca d’Italia sembra confermare la sensazione del numero uno degli industriali varesini: la curva degli investimenti programmati è nettamente al di sotto di quelli realizzati nel 2017 sulla spinta di super e iperammortamento.
I soldi ci sono, perché in questi ultimi due anni le famiglie hanno ripreso a risparmiare e le imprese a fare utili. «Circa l’80% delle aziende industriali e di servizi intervistate – ha detto Tiziano Ropele della divisione analisi e ricerca economica territoriale di Banca D’Italia – chiuderà in utile». Le imprese in un clima di incertezza e sfiducia tendono però a rimandare gli investimenti con evidenti ricadute sull’occupazione. Infatti, gli occupati nel 2017 sono aumentati dell’1,7%, solo dello 0,3% nel primo semestre del 2018. Il tasso disoccupazione che si attesta al 6,4% è ancora ben lontano dai livelli considerati fisiologici, ovvero sotto il 3%.
Anche le esportazioni in questi primi sei mesi sono cresciute meno (+6,1%) rispetto al 7,5% dell’anno precedente. È positivo però il fatto che il 70% del valore delle esportazioni lombarde è creato nella regione, mentre quasi il 50% del valore aggiunto è creato all’interno delle catene globali del valore.
Nonostante il Pil lombardo sia aumentato nel 2017 dell’1,7%, rimane ampio il divario di crescita cumulato con le regioni europee che per sviluppo e struttura economica sono simili alla nostra. Fino a questo momento le imprese lombarde hanno trainato la ripresa italiana, ma poiché «l’economia si fonda sulle aspettative», come ha fatto notare il rettore della Liuc Federico Visconti, sarà necessario recuperare al più presto la fiducia.
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