Piscina di Moriggia, dal Pd esposto al Prefetto e sedici domande
Ci sono alcuni dubbi, anche sui lavori già fatti, ad esempio sulle luci "ingabbiate" nella rete di protezione installata dopo sette mesi di chiusura
Sulla questione della piscina di Moriggia il Pd di Gallarate torna alla carica. È un tema centrale della polemica politica e delle schermaglie tra maggioranza e opposizione, ma anche tremendamente concreto: la stagione autunnale è alle porte, è il momento in cui ci si iscrive ai corsi di nuoto o si fanno gli abbonamenti per il nuoto libero, ma ancora alla Moriggia ci sono molte incertezze.
Giovedì il tema dovrebbe approdare n consiglio comunale appunto con una interrogazione a risposta immediata (“question time”) firmata dai consiglieri idem Pignataro, Silvestrini, Lauricella e Zambon. Con sedici domande per capire i vari punti oscuri.
Nell’ordine: uno, «se sia stata protocollata in AMSC dichiarazione di ultimazione dei lavori programmati in vista della riapertura dell’impianto»; due, «in che data sia stata posata, ed in che data sia stata collaudata la rete a protezione della vasca». Tre e quattro, dedicate a un problema specifico, la posizione delle luci, su cui il Pd ha qualche dubbio: «Se l’attuale assetto, per cui l’impianto di illuminazione è posto al di sopra della rete di protezione, e pertanto non immediatamente accessibile per via diretta, corrisponda al progetto, e se no, cosa prevedesse il capitolato di appalto, e quali siano state le motivazioni che hanno determinato variazioni in corso d’opera; Quale tecnica si pensi di attuare se occorresse sostituire una lampada bruciata o comunque di intervenire sull’impianto di illuminazione».
Cinque e sei: «Per quale motivo non sia stato posto in essere alcun intervento sui pannelli evidentemente segnati da macchie di umidità; Cosa preveda il protocollo in caso di cedimento di un pannello, pur trattenuto dalla rete di protezione: astensione? rimozione?; ed in questa ultima eventualità: a cura di chi? E con quali conseguenze sull’attività natatoria?»
Sette,«se, in conclusione, l’esecuzione dei lavori abbia rispettato le esigenze espresse dalla società e gli indirizzi espressi al Direttore dei Lavori». Otto, «se sia stata fatta richiesta di agibilità dell’impianto, se sì in che data e sotto quale forma». Nove: « Se sia stata rilasciata per l’impianto certificazione anti-incendio dai Vigili del Fuoco, e se si, in che data e quale sia la sua durata».
Dieci, undici e dodici sul tema – pare spinoso – dell’inquadramento del personale:« A quante unità, dopo la programmata riapertura, ammonterà nel suo complesso il personale impiegato nell’impianto natatorio della Moriggia, in tutte le attività che vi si svolgeranno;s Se questo numero sia inferiore, superiore o uguale a quello precedente alla chiusura dell’impianto per i succitati motivi; sotto quali forme contrattuali saranno inquadrati i lavoratori impiegati nell’impianto natatorio della Moriggia, in tutte le attività che vi si svolgeranno»;
Tredici: «a che punto sia l’iter per l’affidamento della gestione dell’impianto tramite project financing»; quattordici, per quale data sia prevista la riapertura al pubblico dell’impianto». Quindici «se si ritiene che una eventuale riapertura dal sette di Ottobre possa comportare una riduzione di abbonamenti o ingressi». Sedici, «per quale motivo, in considerazione della volontà dell’amministrazione espressa fin dallo scorso Febbraio, siano stati necessari sette mesi per portare a termine un intervento di natura provvisoria e dal risultato estetico e funzionale quanto meno opinabile, quando una realizzazione più sollecita avrebbe permesso di concludere la stagione natatoria ed evitato i rimborsi e la dispersione dell’utenza».
Al di là delle domande (alcune delle quali sono piuttosto ovvie, nel senso che se le pongono anche molti cittadini), il Pd ha poi fatto anche un esposto al Prefetto, segnalando che l’azienda ha impedito il diritto dei consiglieri comunali di verificare l’andamento dei lavori, adducendo lavori in corso. Per il Pd «tale diniego è illegittimo» perché comunque la struttura comunale dovrebbe essere comunque accessibile. Amsc dal canto suo ha dichiarato al quotidiano La Prealpina che – chiuso il cantiere vero e proprio – in questi giorni erano in corso operazioni di «sanificazione».
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