Starbucks tra Guelfi e Ghibellini
Il popolare locale con oltre 30mila punti vendita ha appena aperto a Milano scatenando polemiche a non finire. Marco Montemagno racconta perché sono così forti e noi come alcuni nostri bar diano già buoni servizi
Una lunga fila di centinaia di metri e la classica polemica sui social che tanto ci ricorda il tifo degli ultras o quella di tempi andati tra Guelfi e Ghibellini.
Stiamo parlando di Starbucks a Milano che da giovedì ha aperto uno dei “negozi” più grandi del mondo, dove ne ha oltre trentamila. Il menù proposto dal locale lo potete scoprire qui.
Il perché del loro successo lo racconta bene Marco Montemagno nel video qui sotto. “Loro ti fanno sentire a casa. Non fanno business nel mondo del caffettifero, ma in quello dell’esperienza”.
Non tutti concordano e le discussioni si sono susseguite a raffica e non si smorzano nemmeno oggi dopo cinque giorni. Quello che colpisce è la veemenza delle posizioni a cui si è aggiunto anche qualche politico già molto in vista e con ruoli di Governo del Paese.
Tra le altre ci ha colpito quello che ha scritto Alberto Puliafito, esperto di comunicazione digitale. Lui apre a una diversa riflessione che riguarda i nostri bar.
“Bar in cui ti chiedono dei soldi se attacchi il portatile alla presa. Bar in cui si tengono stretto il wi-fi come se fosse oro. Bar in cui non ti fanno lo scontrino, mai, e quando lo chiedi ti guardano male. Bar in cui il caffè al tavolo costa un euro e venti e quando te lo servono ti senti un fastidio. Bar in cui chiedi – disposto a pagarlo – un bicchier d’acqua e ti obbligano a comprarti la bottiglietta di plastica o niente. Bar vuoti in cui se stai al tavolo più di venti minuti avverti la pressione del non-ce-l’hai-una-casa. Bar in cui la toilette è degna dei peggiori bar di Caracas. Bar in cui ti guardano male se non sei della clientela abituale. Bar in cui chiedi il cappuccino col cacao e ti servono un caffelatte (senza cacao). Ce ne sarebbero di cose da fare, prima di lamentarsi di Starbucks”.
Il dibattito è aperto e ci fa piacere ricordarvi che tempo indietro ci siamo inventati un servizio per mappare luoghi virtuosi dove si possa lavorare e studiare con alcuni servizi base come il wi-fi e una presa della corrente senza esser guardati male.
Da qualche mese poi abbiamo lanciato un nuovo contest per far valutare alla nostra comunità quale sia il bar migliore.
Insomma, anche senza per forza far paragoni, un modo per sentirsi più a casa esiste anche dalle nostre parti dove il gigante multinazionale che ha appena aperto a Milano non è ancora arrivato.
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