Chiude a novembre anche il “Rifugio San Martino”

Un punto storico di ristoro per chi è alla ricerca di relax e pace. «Viviamo in posti bellissimi, non buttiamoli via»

Avarie

Dopo la notizia della chiusura, prevista per fine mese, del rifugio Dumenza, c’è un altro luogo storico legato agli appassionati di trekking, paesaggi e storia locale che chiuderà i battenti.

Si tratta del Ristoro San Martino, in cima alla montagna che sovrasta la Valcuvia dove si combattè una delle prime battaglie della Resistenza italiana.

A dodici chilometri di curve dal fondovalle qui molti amanti della storia locale ritrovano spunti e testimonianze, ma il luogo si presta a soste per chi si addentra nei meravigliosi sentieri dei boschi che fanno da balcone naturale sulla valle.

La notizia è di questi giorni e riguarda la cessazione dell’attività prevista per la fine del prossimo mese di novembre.

Alla base della decisione vi sarebbero problemi di natura giuridica sulla possibilità di proroga della convenzione fra i gestori e la proprietà, che è della Provincia di Varese.

Il luogo è aperto solo nel fine settimana ed è frequentato da migliaia di escursionisti l’anno.

Uno di questi è il sindaco di Mesenzana Alberto Rossi, appassionato di trekking che ha sollevato la questione: «Sono rimasto profondamente colpito dalla notizia relativa la chiusura del rifugio Dumenza, un posto meraviglioso. Ora, un’altra tegola si abbatte sulle concrete possibilità di rilancio turistico delle nostre valli. Abbiamo dei posti così belli, non buttiamoli via per poi lamentarci che non c’è nulla».

Rossi racconta delle oggettive difficoltà logistiche di questo posto, privo dell’allacciamento idrico: «E ogni tanto diamo una mano con la protezione civile che fa qualche rifornimento d’acqua per far sì che il rifugio viva».

Francesca Boldrini, nella pagina storica del sito dedicato al rifugio ha ricostruito la genesi del ristoro: già nei primi anni ’30 a Duno maturò l’idea di realizzare un rifugio e il parroco di allora, don Carlo Cambiano scrisse nientemeno che a Benito Mussolini per ricevere un “sussidio straordinario”.

Ma si dovette attendere gli anni ’60 per veder realizzata la costruzione montana.

La posa della prima pietra venne effettuata il 7 agosto 1961 e l’inaugurazione il 12 novembre dello stesso anno durante la celebrazione del XVIII anniversario della Battaglia del San Martino – scrive Francesca Boldrini. Il Ristoro fu dato in gestione dal 1962 al 1986 ai dunesi e dal 1986 ai coniugi Mariarosa e Giuseppe Arioli. Nel 1988 l’edificio venne ristrutturato e in quell’anno l’Amministrazione Provinciale di Varese, presieduta da Alfonso Spozio, acquisì dal Comune di Duno, a una cifra simbolica, l’intera area del San Martino, facendosi carico non solo degli immobili ubicati in quello spazio e del sistema viario, ma della salvaguardia e della valorizzazione di un patrimonio storico e della promozione turistica del comprensorio. Nel 2002 gli amministratori provinciali di Varese con il loro presidente Massimo Ferrario riuscirono a realizzare il progetto di dotare il Ristoro di corrente elettrica con i benefici che ne conseguirono”.

Questo fino ad oggi, vigilia della chiusura.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Ottobre 2018
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