Dopo cinque giorni di scontro si dimette il Cda dell’Amsc
Roberto Campari e i consiglieri Mora e Tansi fanno un passo indietro, dopo il duro scontro con l'amministrazione comunale sulla vicenda della piscina di Moriggia. Il sindaco assicura: "Passeremo all'amministratore unico nel minor tempo possibile"
Nella mattina di mercoledì 3 ottobre il Consiglio di amministrazione di Amsc, guidato da Roberto Campari, ha rassegnato le dimissioni. Il presidente e i consiglieri Micaela Mora (vicepresidente) e Matteo Tansi hanno fatto un passo indietro, dopo giorni di discussione accesa e di rilievi molto pesanti da parte dell’amministrazione comunale, sulla vicenda della piscina di Moriggia a Gallarate.
«Ne prendiamo atto, nel più breve tempo possibile nomineremo un amministratore unico» commenta telegrafico il sindaco di Gallarate Andrea Cassani.
Se è vero che lo scontro tra Amsc e Palazzo Borghi era evidente da mesi, il deteriorarsi definitivo dei rapporti è arrivato negli ultimi cinque giorni. Dalla giornata di giovedì scorso, quando in mattinata – facendo il punto per rispondere all’interrogazione sulla Moriggia presentata dal Pd – si è scoperto che esisteva un possibile contenzioso sulle opere realizzate per riaprire in sicurezza la piscina. Poche ore dopo, a sera, il sindaco ha scaricato definitivamente i vertici di Amsc, dicendosi «esterrefatto» (anzi: «esterrefatti» al plurale, coinvolgendo anche la giunta) da quanto emerso e parlando di una «azienda sputtanata». Parole forti a cui il presidente di Amsc Roberto Campari ha risposto con una lunga intervista sul quotidiano La Prealpina, in cui ha difeso il suo operato in generale e nel merito della questione-Moriggia, dicendo di aver operato in collegamento con il municipio. A poche ore di distanza, sindaco e assessore alle società partecipate Carù sono intervenuti con una conferenza stampa in cui hanno usato toni molto duri contro i vertici di Amsc ma anche verso l’azienda stessa (Cassani ha addirittura invitato a mandare curriculum direttamente all’indirizzo del sindaco, paventando che in Amsc vadano persi). «Il Cda di Amsc risolva le nefandezze che ha combinato, poi se ne vada» aveva intimato il sindaco, ipotizzando anche di chiedere i danni ai vertici nominati nel 2016.
E adesso? L’ipotesi, come detto, è passare ad un amministratore unico, tornando ad un assetto di governance già sperimentato in passato in Amsc (con l’Au Luciano Spairani, poi sostituito appunto nel 2016 da un Cda a tre membri). Cassani ha incontrato in questi giorni alcuni possibili nuovi vertici: «Auspico che tra queste quattro persone si possa individuare un amministratore unico che possa poi affrontare le questioni lasciate aperte dal precedente cda» dice il sindaco. Che – rifacendosi anche al duro invito di lunedì – conclude: «Pensavo che per orgoglio personale arrivassero fino alla riapertura della piscina, prima di lasciare».
Adesso appunto si tratta di trovare un sostituto, con tutte le difficoltà generali (i limiti di legge alle retribuzioni nelle partecipate: i «36mila euro annui», che non sono proprio molti per un manager) e i limiti specifici dell’azienda, per cui oggi servirebbe – parola di sindaco – «un kamikaze».
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