Dai collari geolocalizzati al cappottino riscaldato, come è cambiato il mercato del “pet”
Giacomo Brusa, imprenditore del settore, spiega come si è evoluto il mercato dei prodotti dedicati agli animali da compagnia dalle "crocchette" più comuni alle app a misura di fido
In questa intervista a Giacomo Brusa, imprenditore del settore Garden e Animali, titolare di un noto garden center sul lago di Varese, ripercorriamo l’evoluzione del settore “pet”, ovvero “animali da compagnia”, visto dalla parte di chi fornisce a consumatori sempre più sofisticati ed esigenti prodotti e accessori sempre più specifici e tecnologici.
Se da una parte c’è il rischio, fin troppo evidente, di “umanizzare” eccessivamente i nostri amici a quattro zampe, d’altra parte gli animali da compagnia riflettono in tutto e per tutto l’evoluzione degli stili di vita e di consumo dei loro padroni. Vivendoci praticamente in simbiosi, è nell’ordine naturale delle cose. Il mercato del “pet” in Italia è un settore in piena espansione, con cifre ragguardevoli in termini di volumi sia per quanto riguarda le necessità di base come l’alimentazione e la sanità sia per gli aspetti ludici, sportivi o addirittura frivoli.
Il “peso” economico del solo settore alimentare per cani e gatti supera in Italia i due miliardi annui. Il nostro è il paese europeo con il più alto rapporto animali/umani, con una media di 50,3 animali domestici ogni 100 abitanti, secondo l’ultimo rapporto Assalco-Zoomark, superando addirittura la Francia. Al di là dei cliché, uno degli effetti positivi di questa maggiore attenzione, con conseguente innalzamento della qualità generale, è stato l’allungamento della vita media dei nostri animali nel corso degli anni, grazie anche alla ricerca e alla disponibilità di alimenti “medicali”.
Certo può sorprendere il cappottino con riscaldamento incorporato comandato da remoto col telefonino, ma la moderna tecnologia ci permette anche di seguire, e ritrovare, Fido col medesimo telefonino nel caso si perdesse grazie ai transponder da inserire nel collare. Rimane il fatto che se molti comparti della nostra economia sono in forte difficoltà, il settore animali non sembra conoscere crisi, per la gioia dei nostri amici a quattro, o due, zampe, pinne o ali che siano.
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