I dipendenti Accam rispondono ai 5 Stelle
Secondo i lavoratori la ricostruzione dei fatti che è stata fatta sulla società Accam sarebbe "a dir poco infamante, anche nei confronti del nostro operato"
I dipendenti Accam hanno indirizzato una lettera al Movimento 5 Stelle che nei giorni scorsi ha manifestato contro la scelta di allungare la vita dell’inceneritore fino al 2027 e che hanno rappresentato tutti i loro dubbi e la loro contrarietà in una lunga nota. In particolare la loro attenzione si rivolge ai parlamentari Invidia, Olgiati e Paragone che sono stati espressi dal territorio. Di seguito la lettera
Dopo le polemiche legate allo slittamento della chiusura dell’inceneritore, i 22 dipendenti della società si rivolgono ai parlamentari Niccolò Invidia e Riccardo Olgiati e ai consiglieri comunali Emanuele Brunini, Edi Camillo, Fabrizio Poncato e Christian Vitali, tutti esponenti del Movimento 5 Stelle
Siamo i 22 dipendenti di ACCAM, 11 donne e 11 uomini, madri e padri di famiglia, coloro che secondo i vostri proclami alla stampa starebbero usufruendo del “privilegio” dell’allungamento della vita della Società con la quale abbiamo in essere un contratto a tempo indeterminato e in cui crediamo fermamente in termini di valore sociale che offre al nostro territorio.
Vi chiediamo, come già più volte ribadito, di informarvi e di avere contezza delle dichiarazioni che fate in pubblico in quanto, ahimè, qualcuno potrebbe credervi. Per usare i vostri slogan, essendo voi nostri “dipendenti”, dovreste quantomeno rispettarci, in quanto cittadini italiani. Siamo lavoratori che, come previsto dagli articoli 1 e 4 della Costituzione italiana, che speriamo conosciate, credono nel valore del lavoro. Il fatto che diate ascolto e sostegno esclusivamente ai vostri comitati del “NO”, ci fa pensare che del nostro lavoro e del nostro futuro non ve ne importi nulla, e che evidentemente l’obiettivo della vostra azione politica sia solo demagogico; ne è riprova anche la continua mancanza di espressione durante le votazioni nelle sedi competenti. Ma vi diffidiamo nel dare pubblicamente qualunque tipo di informazione non fondata sulla nostra specifica realtà, dato che siamo tutti cittadini dei territori che voi vi promettete di difendere dal “problema sociale” che ACCAM avrebbe creato. Ebbene, pare ovvio che il problema sociale lo stiate creando proprio voi con la vostra politica del “NO”, contraddicendo totalmente i principi dell’articolo 4 della Costituzione che cita: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”La ricostruzione dei fatti che avete dato sulla società Accam è a dir poco infamante, anche nei confronti del nostro operato. Fino a prova contraria, Accam ha permesso alle amministrazioni comunali del territorio di garantire il beneficio del servizio di ritiro e gestione dei rifiuti, e ha sempre ottemperato al rispetto della qualità e dell’ambiente, come i dati ufficiali, che sono pubblici, dimostrano.
Ci reputiamo persone attente e dotate di raziocinio e non possiamo più accettare questo tipo di trattamento.
Se il vostro obiettivo è quello di creare una situazione di emergenza come è accaduto a Roma, noi non ci stiamo. E se anche questa volta l’intenzione è di dire che la colpa è di chi c’era prima, vi ricordiamo che dopo 2 anni la situazione non è migliorata.E ancora di più ci fa rabbia che alcuni dei sindaci e amministratori dei nostri comuni Soci non esprimano alcun pensiero rivolto alla nostra condizione, ma diano adito alla scia delle vostre dichiarazioni, scordandosi di essere stati loro a stabilire la fine della loro società come scelta meramente politica, priva di alcun supporto.
Chiediamo quindi ai nostri concittadini di NON sostenere il vostro disegno di falsa difesa dei diritti sociali, ma di chiedere ai propri rappresentanti nelle diverse amministrazioni comunali di lavorare seriamente per il bene pubblico, sia in termini economici che in termini di qualità dei servizi e dell’ambiente. E chiediamo a voi di spiegare ai nostri concittadini che cosa succederà veramente in termini di impatto ambientale ed economico nel momento in cui, come chiedete voi, il termovalorizzatore Accam dovesse essere spento, e non si trovasse un’alternativa sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico per la gestione dei rifiuti.
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