Dopo “Estate a Gallarate” Foma Fomic presenta il suo nuovo disco
È il terzo disco del gruppo milanese reso famoso dalla canzone estivo-vacanziera. L’anteprima sarà ospitata proprio in un locale della "città dei due galli"

Un titolo liberatorio e tre manciate di canzoni – quattordici pezzi, per la precisione – che si muovono tra ironia, paradosso e un po’ di malinconia. È il nuovo disco di Foma Fomic, quello che accoglie anche “Estate a Gallarate”, brano di successo dell’estate, almeno nella zona.
Il disco si chiama “Foma libera tutti – Foma libera tutti” ed è il terzo firmato da Foma Fomic, che è un cantautore (Giovanni D’Avanzo) ma è anche un gruppo che lavora insieme (Giovanni, Stefano Mora e Stefano Tedesco). Sarà presentato proprio a Gallarate, venerdì 26 ottobre, al Donegal Pub di via Vittorio Veneto, già teatro della prima indimenticata esibizione gallaratese del trio.
«Quattordici tracce, il disco è stato arrangiato dal maestro e bassista Stefano Mora» racconta Foma Fomic. «È un disco con testi e sonorità più malinconici di quello del passato: la sonorità che ne è venuta fuori ha stupito un po’ anche noi, quando l’abbiamo ascoltato una volta finito».
Nel disco sono confluiti i singoli “Estate a Gallarate” (secondo pezzo nella tracklist) e il successivo “Casual Lemoning”, «con il video girato al quartiere Gallaratese, proprio in via Gallarate, non a caso» racconta ancora Giovanni. «Il terzo singolo esce in questi giorni sulle piattaforme digitali come Spotify, s’intitola “Alice in blues”. Il quarto uscirà infine a novembre: “Aprile” parla della fine di un piccione e la fine di una storia d’amore».
Rispetto alla ironia un po’ surreale di altri brani, la nuova produzione si fa anche più malinconica, come in “Cantautore mediocre”, già suonata live nell’esibizione al Circolo Quarto Stato. «È la quarta traccia, con il maestro Mora abbiamo proposto sul disco un arrangiamento con archi, sintetizzatori e la chitarra di Samuele Rampani. È un brano a cui siamo affezionati, perché parla di chi fa questo mestiere, di chi tenta di sbarcare così il lunario, con tutto il bello e il malinconico dei posti dove vai a suonare, dove ti ritrovi con un pubblico o anche solo davanti a poche persone. Tra i nuovi pezzi c’è anche un brano allegro che parla di morte, “Tanto poi si muore”, che serve un po’ a esorcizzare la paura della mortere a godersi la vita. Altro pezzo che mi piace ricordare è “E difficilmente poi”, scritto da Marcello Pardieri, in arte Ugo Pard. Era un amico di mio fratello, cantava quel pezzo negli anni Ottanta, quando veniva a casa mia: mi ricordavo questa canzone e gli ho chiesto il permesso di riprenderla».
Sull’onda del successo un po’ inaspettato di Estate a Gallarate, alla fine Foma Fomic si è ritrovato legato a doppio filo con la città, così alla fine ha scelto di ritornarci. «Siamo contenti del lavoro e siamo contenti di presentarlo a Gallarate, al Donegal dove è iniziata la nostra avvenuta gallaratese. Verremo con un quartetto, anche se nel disco ovviamente ci sono molti più musicisti, undici più la scrittrice Giulia Gennaro che ha firmato “Passo a Wind”».
Alla fine in Estate a Gallarate c’era molta ironia sulla provincia, che effetto fa ritrovarsi legato così al nome di Gallarate? «Mi ha fatto piacere che i gallaratesi hanno apprezzato l’ironia di una canzone nata quasi per caso: mi è piaciuta l’autoironia, che sia stata capita quasi da tutti. Qualche insulto mi è arrivato, ci sta, ma i più hanno capito la leggerezza della canzone. E in fin dei conti ho scoperto un bel centro storico e persone intelligenti che hanno saputo apprezzare la mia musica».
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