Tra fiumi e musei, una domenica lungo il fiume azzurro
Grazie al progetto Sul filo dell'acqua un gruppo di turisti pavesi e milanesi ha scoperto la parte "alta" del Ticino, il sistema dei canali derivati e le produzioni agricole del Parco
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Dal genio di Leonardo Da Vinci al sogno ottocentesco dell’ingegner Villoresi, fino al progetto del viaggio in barca Locarno-Milano-Venezia. Sul filo dell’acqua del Ticino si muove già oggi il turismo, che unisce un territorio lungo centinaia di chilometri, dal Lago Maggiore al Po: domenica 7 ottobre trenta turisti pavesi sono venuti in visita in provincia di Milano e di Varese, a scoprire una valle del Ticino tutta diversa da quella che si ammira (con la sua ricchezza ambientale) in provincia di Pavia.
Là sul fiume serpeggia ampio nel mezzo della grande pianura, verso il Lago Maggiore invece le acque blu scorrono in una valle stretta e boscosa. È la ricchezza del progetto “Sul filo dell’acqua in Lombardia”, che riunisce cinque diversi poli museali lungo il Ticino (e i navigli) e uno sul Po. L’idea dei promotori è quella di mettere in rete musei, ma anche territori, per incentivare anche il turismo regionale: «A maggio ad esempio abbiamo promosso con la Fondazione Casol0 di Somma una visita a Chignolo Po, in provincia di Pavia, al museo della bonifica» spiega l’assessore Ilaria Ceriani, di Somma Lombardo, che domenica ha invece accompagnato il gruppo da Pavia alla scoperta del territorio a cavallo tra Basso Varesotto e Milanese.
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Tre le tappe dei turisti pavesi (e milanesi): al mattino il primo punto di sosta è stato alla “Emeroteca delle Acque” di Castano Primo: finanziato da fondi europei, ospitato in una corte del centro del paesone, il museo è dedicato al Canale Villoresi, alla sua costruzione e allo sviluppo del Consorzio che oggi lo gestisce. Ad accogliere i turisti c’era anche il presidente del Consorzio Est Ticino Villoresi Alessandro Folli, che ha raccontato non solo la storia ma anche realtà di oggi, tra turismo, agricoltura e governo del territorio (i canali sono elementi fondamentali per regolare le piene e gestire la siccità).
Dopo Castano, pranzo a km zero, con i prodotti del Parco del Ticino, alla ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo, bella struttura che – pur a poca distanza da un aeroporto internazionale, Malpensa – è immersa nel verde e fa da punto di riferimento per strade storiche (è sulla celebre Via Gaggio) e percorsi naturalistici. Nel pomeriggio, infine, la visita al Panperduto, il punto in cui le acque del Ticino fanno nascere il Villoresi: qui è attivo un ostello ormai rodato («90% di visitatori stranieri») e c’è un altro museo dedicato alla costruzione del sistema di canali lombardo.
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La visita di domenica potrebbe in realtà avere anche un impatto maggiore, perché molte delle persone aderenti sono anche responsabili per gruppi, associazioni, dopolavoro: l’idea è che da qui possa nascere anche una ulteriore spinta turistica per tutto il sistema museale.
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