La banda dei falsari finisce davanti al giudice, pioggia di patteggiamenti e abbreviati
I 28 componenti della banda dei falsari con base in un garage di Legnano cercano di uscire da questa vicenda con pene leggere
Tre anni fa vennero arrestati in 28 per aver messo in piedi una vera e propria fabbrica di soldi falsi, oggi sono finiti favanti al giudice per l’udienza preliminare Luisa Bovitutti per chiedere riti alternativi, quasi tutti. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla produzione, intermediazione, vendita e spendita nello Stato di banconote falsificate.
Sette avevano già patteggiato con il sostituto procuratore bustocco Rosaria Stagnaro, titolare dell’indagine svolta con la collaborazione dei carabinieri di Busto Arsizio, mentre altri 17 hanno chiesto, in questa fase, la possibilità di patteggiare o di accedere al rito abbreviato che permette di ottenere uno sconto di pena pari ad un terzo. In tre, invece, hanno chiesto di discutere ma l’udienza è stata rinviata al 17 gennaio in quanto la stessa giudice si è dichiarata incompatibile avendo firmato gli ordini di custodia cautelare nel 2015.
Avevano messo in piedi una piccola tipografia artigianale all’interno di un garage di Legnano e si erano messi a fabbricare euro falsi che erano riusciti a piazzare anche a Napoli, luogo principe della falsificazione monetaria a livello internazionale.
Come ci erano riusciti? Semplicemente usando strumenti che si possono legalmente acquistare come uno scanner, una semplice stampante inkjet di buona qualità, carta normalissima, strisce argentate e colori.
Nel corso dell’intera operazione sono state recuperate quasi 6000 banconote false per un ammontare di circa 50000 euro.
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