La fragilità del patrimonio culturale italiano: dibattito fra giuristi varesini
Tiziana Zanetti, esperta in diritto dell’arte e dei beni culturali racconta i contenuti del seminario avvenuto al De Filippi alla vigilia delle importanti novità emerse in merito alla Natività del Caravaggio
Tiziana Zanetti è un’esperta varesina in diritto dell’arte e dei beni culturali e si occupa in particolare delle questioni relative alla circolazione internazionale delle opere d’arte: suoi i contributi in riviste specialistiche (di recente su “Gazzetta Ambiente” in materia di riforma esportazioni, ex l. 124/2017).
È curatrice della ricerca “Arte e legalità. Per un’educazione civica al patrimonio culturale” promossa dall’Istituto di Antropologia per la cultura della persona e della famiglia di Milano.
In uscita il volume con contributi di Annalisa Palomba (Giudice penale) e Leonardo Salvemini (Docente universitario e Avvocato specializzato in materia).
Con Varesenews la dottoressa Zanetti affronta la questione della tutela dei beni culturali all’indomani di importanti novità su un caso eclatante di trasudazione del patrimonio artistico nazionale: l’episodio del furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco del Caravaggio che vede l’intervento congiunto dello Stato, delle Forze di Polizia specializzate e, proprio in questi giorni, anche del Vaticano e di una speciale task force per rafforzare l’impegno nella ricerca, rappresenta un momento drammatico per il nostro patrimonio culturale, uno dei tanti purtroppo.
«Fissiamo la vicenda – spiega Tiziana Zanetti – : era il 18 ottobre del 1969, quando le sorelle Gelfo, incaricate della sua “custodia”, si resero conto della scomparsa dell’opera dall’oratorio di San Lorenzo a Palermo, luogo di straordinaria bellezza (anche per gli stucchi del Serpotta). Un’ampia letteratura racconta, a volte romanza, l’accaduto. Da quel momento la notizia fa il giro del pianeta, si formulano diverse ipotesi sul furto, il più delle volte indirizzate verso la pista mafiosa, senza arrivare ad escludere il “taglio” in più parti dell’opera (fenomeno per nulla insolito poiché garantisce un più facile occultamento del bene e il soddisfacimento di più acquirenti!) e un grande impegno da parte degli organismi nazionali e internazionali per il suo ritrovamento. L’FBI inserisce l’opera nella “Top ten art crimes”; l’Italia, che vanta fin dal 1969 una delle migliori unità investigative in materia di beni culturali illecitamente sottratti, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, non smette mai di cercarla. Spuntano di recente ipotesi che confermerebbero il coinvolgimento della mafia, anche in seguito alla dichiarazione di pentiti. Qui si inserisce una questione cruciale: l’arte è anche un vessillo di potere, un simbolo potente, un oggetto del desiderio, per la sua bellezza e per il suo valore economico».
«Il furto della Natività – continua l’esperta – rappresenta una tra le numerose forme di aggressione contro il nostro patrimonio culturale e, proprio in tema di reati, in questi giorni è all’esame parlamentare il disegno di legge di riforma che prevede, tra l’altro, inasprimenti delle pene e una nuova centralità del patrimonio culturale all’interno del codice penale. Il furto subito si collega anche ad un altro drammatico e gravissimo fenomeno criminale: il traffico illecito di opere d’arte. Fonti autorevoli evidenziano che il volume di affari collegato a tale condotta criminale, di evidente carattere transnazionale, si pone subito dopo quello degli stupefacenti. Si rileva altresì che questi fenomeni vedono spesso la partecipazione della criminalità organizzata, a volte di stampo mafioso. Qui si apre un altro tema ovvero quello del riciclaggio attraverso l’arte: opere “ripulite” vengono reimmesse nel mercato lecito, con possibilità di nuovi e notevoli profitti. La questione è evidentemente molto complessa, sul piano criminologico, penalistico, e l’impegno per porvi rimedio o almeno tentare di limitarla richiede uno sforzo congiunto a livello internazionale: sforzo che impegna ovviamente anche i legislatori a livello nazionale».
Tornando al Caravaggio, se certamente la straordinaria grandezza dell’autore pongono l’opera trafugata sotto i riflettori è necessario sfruttare l’occasione per portare l’attenzione anche sul patrimonio culturale molto meno conosciuto e famoso, costantemente “sotto attacco”: basterà pensare alle chiese (in particolare a quelle decentrate, poco sorvegliate) dove i beni culturali “di interesse religioso” (una tipologia assai specifica e particolare di opere) vengono spesso rubati, privando la comunità di tesori preziosi per la propria vita culturale e spirituale.
«E proprio della tutela penale dell’arte e dei beni culturali si è parlato in occasione del seminario formativo promosso dall’Ordine degli Avvocati di Varese, rivolto ai professionisti iscritti, tenutosi lo scorso 12 ottobre al Collegio De Filippi. Gli interventi hanno evidenziato, sotto il profilo giuridico, la “fragilità” del patrimonio culturale che, per un Paese “produttore” come l’Italia, assume un’importanza del tutto centrale e speciale.
Speriamo dunque in un lieto fine per la Natività e teniamo gli occhi ben aperti (in senso letterale!) su tutto quello che abbiamo: è affidato anche a noi cittadini il compito di prenderci cura del “nostro” patrimonio culturale, come sempre ci ricorda l’art. 9 della Costituzione, il più alto e illuminante punto di riferimento in materia», conclude la dottoressa Zanetti.
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