Ribelli di pianura, la Resistenza in Valbossa
Il libro di Alberto Tognola ricostruisce la memoria degli episodi e dei protagonisti che hanno caratterizzato la lotta partigiana a Daverio, Azzate, Bodio Lomnago e Villadosia
Se «la lotta partigiana contro il nazifascismo fu combattuta da una minoranza estrema, con l’ausilio di parte della popolazione, soprattutto degli operai e dei contadini», come segnala lo storico Franco Giannantoni nell’introduzione al bel libro di Alberto Tognola “Ribelli di pianura” (pag. 63 euro 15 ), bene ha fatto l’autore a ricostruire la memoria degli episodi e dei protagonisti che hanno caratterizzato la Resistenza a Daverio, di cui è stato sindaco per un decennio, e nei paesi confinanti di Azzate, Bodio Lomnago e Villadosia. (nella foto, il comandante Claudio Macchi il 25 aprile del 1945)
Proprio per la sua conformazione prevalentemente agricola e boschiva quella fascia territoriale facilitò lo stretto collegamento tra i gruppi gappisti del Varesotto e le formazioni di montagna, dislocate nella sponda piemontese del Lago Maggiore, oltre ad essere il naturale insediamento di molteplici rifugi sicuri per coloro che erano braccati dalla polizia fascista. O anche di quei partigiani che dovevano spostarsi prima e dopo le azioni militari. A questo proposito Tognola giustamente evidenzia la costante opera di assistenza e protezione svolta dai parroci di questi paesi, unitamente al ruolo fondamentale di collegamento esercitato in qualità di staffette partigiane dalle donne, a cui ha dato voce e risalto Giuliana Gadola con l’importante ricerca, pubblicata nel 1992 , “Donne nella resistenza in Lombardia”.
Giuliana era la figlia dell’architetto milanese Ambrogio Gadola, che a Bodio disponeva di una villa, e la moglie dell’architetto Filippo Beltrami, che aveva dato vita ad una sua formazione partigiana e per questo insignito della Medaglia d’oro per il sacrificio che gli costò la vita, insieme ad altri dodici partigiani, in una battaglia campale a Megolo nel Cusio.
A Lomnago risiedeva invece il senatore Piero Puricelli, ingegnere e costruttore dell’autostrada Milano Varese, che da “abile doppiogiochista” collaborava con i partigiani, in particolare con il nucleo di matrice cattolica guidato da Paolo Crosta. Scoperto dai fascisti riuscì, grazie al sostegno fornitogli nella parrocchia di Bodio da don Cesare Ossola, a raggiungere Gavirate e poi a fuggire in Svizzera con tutti i suoi famigliari. Tognola tratta ampiamente anche le imprese militari condotte dai partigiani, in particolare l’attacco allo stabilimento Ambrosini di Ternate del 5 agosto 1944, quello del 15 agosto agli hangar della Caproni di Varano Borghi e successivamente il 22 ottobre la riuscita penetrazione all’interno dell’aeroporto. L’obiettivo di questi attacchi era duplice: compiere azioni di sabotaggio e recuperare armi e munizioni da trasferire in Piemonte, attraverso la rete di sostegno che operava tra Lisanza e Angera. Inoltre, riprende anche i drammatici avvenimenti che hanno contraddistinto la resistenza varesina, a partire dalla morte nella frazione di Loreto di Walter Marcobi “Remo”, per via del “cedimento” del giovane garibaldino Gianfranco Corradi, e la brutale fucilazione di dodici combattenti del gruppo militare autonomo diretto dal capitano Giacinto Lazzarini. Un insieme di episodi passati alla storia come l’Ottobre di sangue varesino.
Con il 25 aprile 1945 il gruppo comandato da Aldo Zanardi costrinse alla resa i carabinieri della caserma di Azzate, mentre a Daverio i rappresentanti de Cnl “processarono” le maestre delle elementari, ree di collaborazionismo per aver denunciato l’ingegnere Pio Bossi, che avendo fatto demolire alcuni simboli fascisti era stato rinchiuso nel carcere dei Miogni. Infine, con la scheda allegata numero quattro, Tognola documenta come i Comitati di Liberazione Nazionale procedettero alla nomina dei sindaci e degli assessori dopo il 25 aprile, mentre in seguito alle elezioni del 1946 prevalsero soprattutto giunte e sindaci a maggioranza social-comunista.
La lettura del libro è anche piacevolmente completata e arricchita da alcune opere composte dall’artista Vittorio Tavernari e dedicate alla lotta per la libertà, oltre che dal dipinto “Sofia” della madre dell’autore, la pittrice Mariuccia Secol.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
elenera su Ritrovata Efra, la cagnolina dispersa in Val Grande
Viacolvento su Il divieto serale di vendita e consumo di alcolici per strada a Varese diventa permanente
Fabio Rossi su Il divieto serale di vendita e consumo di alcolici per strada a Varese diventa permanente
Castegnatese ora Insu su Auto contromano nella rotonda di largo Flaiano a Varese, l'assessore: “Nuovi cartelli per evitare errori”
Albi.63 su A Pietro Broggi la borsa di studio della Famiglia Legnanese
Felice su Entro il 2025 Beko chiuderà gli stabilimenti di Comunanza e Siena. A Cassinetta taglierà i frigoriferi: 541 esuberi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.