Come aiutare il bimbo ammalato ad affrontare la sofferenza?
Nella mente dei bambini, la paura è spesso associata alle parole medici e ospedali. Quali strumenti per aiutarli nella cura verranno spiegati nel convegno che si svolgerà il 9 novembre

“La cura che non fa paura”. È il titolo di un convegno organizzato da Il Ponte del Sorriso Onlus. Relatori di elevato spessore, provenienti da tutta Italia, si confrontano su come aiutare il bambino ammalato ad affrontare la sofferenza, il dolore e la paura.
Si stima che più dell’80% dei ricoveri in ambito ospedaliero pediatrico sia dovuto a patologie che presentano il dolore fra i vari sintomi. Anche moltissime delle procedure diagnostico-terapeutiche, per esempio un prelievo, si accompagnano a dolore e stress e, per questo, il bambino prova paura.
«Fino a pochi anni fa – spiega la onlus – si pensava che il neonato e il bambino non provassero dolore. Di conseguenza, la pratica clinica pediatrica non prevedeva o relegava a un ruolo molto limitato il trattamento del dolore per i piccoli pazienti. Oggi sappiamo che fin dalla 23a settimana di gestazione il sistema nervoso centrale è in grado di percepire ciò che fa male.
Nonostante le conoscenze raggiunte siano vaste e consolidate, oggi il controllo del dolore nel bambino, è spesso ancora affrontato in modo non adeguato e continua ad essere oggetto di un’attenzione limitata. Solo il 20% dei bambini riceve cure palliative. Il bambino ha una soglia del dolore individuale, ma generalmente elevata. Ciò che per lui è difficile da gestire è la paura. Un bimbo che ha paura, non si lascia toccare o visitare o sottoporre a pratica sanitaria, neanche se non è dolorosa, complicando il percorso di diagnosi. La parola paura è di gran lunga la più ricorrente nei bambini ai quali viene chiesto di rappresentare come immaginano l’ospedale».
Paura e dolore sono strettamente collegati.
Esistono due tipologie di cure del dolore, quelle farmacologiche e quelle non farmacologiche: « La ricerca – prosegue la Fondazione – conferma l’efficacia delle Tecniche Non Farmacologiche, quelle fatte di gioco, distrazione, rilassamento, per il trattamento del dolore pediatrico, anche perché il bambino è predisposto ad apprendere e usare tali tecniche che implicano anche l’uso della fantasia. Diversi i meccanismi d’azione attraverso i quali espletano l’azione antalgica: per lo più attivano le strutture nervose centrali e/o periferiche che inibiscono la percezione del dolore, liberando encefaline ed endorfine».
Con il convegno “La cura che non fa paura”, realizzato in collaborazione con l’Università dell’Insubria, Corso di laurea in Educatore Professionale, ci si pone l’obiettivo di diffondere una cultura di cura, in ambito pediatrico, che non fa paura, proponendo strumenti efficaci, quali l’attività ludica, ricreativa, educativa e didattica, per rendere accettabile, affrontabile e superabile la cura fatta di interventi sanitari, spesso invasivi, dolorosi e spaventosi.
Appuntamento il 9 novembre al Centro Congressi De Filippi, dalle ore 09.00 alle ore 17.30. Info 0332 286946 o http://www.ilpontedelsorriso.com/convegno-la-cura-che-non-fa-paura/
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