Cassani convoca le famiglie sinti: “Sgombero dal 23 di novembre”
Il sindaco dice che la data è già concordata con le forze dell'ordine e avverte la cittadinanza: "Per creare ordine bisogna creare disordine: sarà un periodo disordinato, ma risolviamo definitivamente la questione"
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Lo sgombero dei sinti? «Dal 23 novembre ogni giorno è buono», dice oggi il sindaco Andrea Cassani. Anz;: l’ha detto martedì mattina due rappresentanti delle famiglie che abitano il campo di via Lazzaretto a Gallarate.
«Li ho mandati a chiamare ieri sera». Da via Lazzaretto sono andati in sala giunta, le famiglie hanno incontrato il sindaco: «Ho detto loro che, in accordo con l’autorità pubblica sicurezza che prevede la presenza di contingenti di polizia e guardia di finanza, ho messo come data il 23 novembre, da lì ogni momento è buono». C’è anche un termine massimo? «Sappiano che dal 23 novembre stesso ogni giorno è buono».
«Ho anche spiegato quali saranno le modalità. Ciò che è su gomma verrà spostato al di fuori dell’area, ciò che resta sul posto verrà demolito». E se i sinti sposteranno le loro roulotte e case mobili, dove andranno? «Vedremo, di certo non lì. Si muoveranno come camperisti, non potranno rimanere più di 24 ore in area pubblica, secondo le leggi e il codice della strada» continua il sindaco di Gallarate.
Sarà risolutivo? O invece creerà un problema diverso, muovondo la piccola comunità dal terreno comunale dove erano state trasferite roulotte e case mobili? «Cito Gianfranco Miglio, che diceva che “per creare ordine bisogna prima creare disordine”: avverto la cittadinanza già da oggi che si sarà un periodo di disordine momentaneo, ma è finalizzato a risolvere la questione una volta per tutte». Miglio diceva che la massima veniva da «un vecchio proverbio popolare lombardo»: era il 1992 e si riferiva alla situazione politica italiana, auspicando la “rivoluzione” che avrebbe dato vita alla “seconda Repubblica” e allo Stato federale, nel mezzo di arresti e lanci di monetine. Vedremo cosa succederà a Gallarate e dove porterà il «disordine» annunciato.
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