Educare i genitori ad occuparsi dei figli, “La chiave d’oro” per evitare l’allontanamento

La cooperativa Pollicino compie 10 anni e festeggia con una nuova residenza leggera che aiuta i genitori e non solo i bambini. Ecco come funziona

Sergio (nome di fantasia, ndr) oggi ha quasi 20 anni e qualche settimana fa è tornato, con sua mamma, dalle educatrici della comunità Pollicino per farsi aiutare nella preparazione di un curriculum. Nei giorni scorsi è arrivata la telefonata di ringraziamento perchè il ragazzo era stato assunto.

La storia di Sergio con Pollicino è iniziata nel 2010 e il legame non si è mai spezzato del tutto. Raccontano le educatrici: «Quando è arrivato in comunità spaccava tutto, era arrabbiatissmo e aveva un’immagine di sè come un piccolo criminale. Grazie ad un progetto di contenimento lento e graduale si è tranquillizzato ed è riuscito a portare a termine il suo percorso di studi, fino all’inserimento lavorativo. È il nostro orgoglio».

 Serafina Solimeno Elena Ballarati Luigi Baggio Alessandra Milani Valentina Moneta la chiave d'oro
(Nella foto da sx: Serafina Solimeno, Elena Ballarati, Luigi Baggio, Alessandra Milani, Valentina Moneta, il team della chiave d’oro)

La cooperativa Pollicino, come Sergio, ha fatto molta strada in questi 10 anni e oggi, dopo aver aperto quella dedicata ai bambini da 0 a 6 anni, ha aperto una nuova comunità dedicata ai ragazzi dai 6 ai 10 anni e ai loro genitori che li accompagnano in un percorso fatto di regole, educazione all’igiene e all’alimentazione. L’hanno chiamata “La chiave d’oro” ed è stata inaugurata da poche settimane.

Elena Ballarati presidente, della cooperativa e Alessandra Milani, responsabile educativa di Pollicino, ci raccontano il percorso di questa realtà che collabora con i servizi sociali da molto tempo: «A differenza della comunità dedicata ai più piccoli e con i casi più gravi (ci sono bambini che arrivano qui a pochi giorni dalla nascita), qui si lavora con bambini che hanno situazioni familiari difficili ma non del tutto compromesse. L’obiettivo è quello di evitare che si arrivi all’allontanamento del bambino dal nucleo familiare attraverso una residenza leggera: i ragazzi stanno qui nelle ore libere da scuola, fanno i compiti, giocano, sperimentano. I genitori, invece, vengono qui per imparare a gestire i propri figli, li aiutiamo a migliorare quegli aspetti nei quali mostrano qualche carenza».

Attualmente La chiave d’oro aiuta 15 gruppi familiari che provengono da Busto Arsizio e dalle città intorno.
In questo caso non si tratta di famiglie maltrattanti ma di nuclei con bambini che hanno bisogno di regole, di educazione all’igiene e all’alimentazione, di soluzioni a problemi comportamentali di vario genere.

Il motore di questa comunità comincia ad ingranare e a dicembre inizieranno anche le attività all’esterno per arricchire i bambini con stimoli che loro non conoscono: «Andare al cinema, mangiare in pizzeria tutti insieme, visitare un museo sono alcune delle attività che proporremo – racconta Alessandra Milani – sono attività che spesso non hanno mai fatto. Il 29 dicembre è prevista la visita ai presepi in città e poi tutti insieme a mangiare in pizzeria». Il 21 dicembre ci sarà, invece, la seconda giornata con genitori e bambini.

I progetti de La Chiave d’oro e di Pollicino durano da pochi mesi ad un paio d’anni e l’obiettivo primario è sempre quello del ricongiungimento familiare: «I bambini volano in breve tempo e riescono a cambiare rapidamente i comportamenti, i genitori sono più macchinosi e ci mettono più tempo. Questa comunità vuole essere un contributo per i genitori affinchè scoprano risorse che non pensavano di avere e la capacità di metterle in pratica».

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Altre informazioni su La chiave d’oro

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Novembre 2018
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